La cucina da leggere
“Nella nostra città (Firenze) […] fu, ancora non è gran tempo, un dipintore chiamato Calandrino, uom semplice e di nuovi costumi (di modi bizzarri) […] Era similmente allora in Firenze un giovane di maravigliosa piacevolezza in ciascuna cosa che far voleva, astuto e avvenevole (piacevole), chiamato Maso del Saggio, il quale, udendo alcune cose della semplicità di Calandrino, propose (decise) di voler prendere diletto de’ fatti suoi col fargli alcuna beffa o fargli credere alcuna nuova cosa (qualche sciocchezza). […] E informato un suo compagno di ciò che fare intendeva, insieme s’accostarono là dove Calandrino solo si sedeva, e faccendo vista di non vederlo, insieme incominciarono a ragionare delle virtù di diverse pietre, delle quali Maso così efficacemente parlava come se stato fosse un solenne gran lapidario (un grande esperto di pietre preziose). A’ quali ragionamenti Calandrino posta orecchie (prestata attenzione), e dopo alquanto levatosi in piè, sentendo che non era credenza (che non si trattava di un colloquio riservato), si congiunse con loro (si unì a loro), il che forte (molto) piacque a Maso; il quale, seguendo le sue parole (proseguendo il suo discorso), fu da Calandrin domandato dove queste pietre così virtuose si trovassero. Maso rispose che le più si trovavano in Berlinzone (luogo immaginario) terra de’ baschi (abitanti delle zone nord-occidentali della Spagna che avevano fama di un popolo dalle bizzarre abitudini) in una contrada che si chiamava Bengodi (altro luogo immaginario), nella quale si legano le vigne con le salsicce e avevavisi un’oca a denaio e un papero giunta (per un denaro si poteva avere un’oca e, in aggiunta, un papero), e eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevano che far maccheroni (gnocchi) e raviuoli e cuocerli in brodo di capponi, e poi li gittavan quindi (da qui, cioè dalla montagna di parmigiano), e chi più ne pigliava più se n’aveva; e ivi presso correva un fiumicel di Vernaccia, della miglior che mai si bevve, senza avervi entro gocciola d’acqua.”
Inauguriamo con Boccaccio questo spazio – La cucina da leggere – dedicato al rapporto che da sempre lega cibo e letteratura. Tema della novella (Decameron, VIII, 3) è una beffa ordita ai danni di Calandrino, uno sciocco che si riteneva furbo, da parte di Maso del Saggio, uomo intelligente e incline alle burle, che vuole convincerlo dell’esistenza di una pietra magica che rende invisibili. La credulità di Calandrino non ha niente di ingenuo e di innocente (altrimenti non si tratterebbe di una burla, ma di un esercizio di crudeltà). Egli infatti converte subito in calcolo avido e meschino le informazioni ricevute: la pietra magica nella sua fantasia si trasforma in un’occasione di facile ricchezza. L’abilità verbale di Maso, che è alla base del suo gioco d’intelligenza, si esprime in una sorta di premessa rappresentata dal brano sopra riportato. Per rendere più credibile la sua invenzione delle pietre magiche, che è la sostanza della beffa, Maso fa balenare davanti agli occhi di Calandrino l’immagine di un paese dell’abbondanza e della ghiottoneria dove esistono montagne di formaggio, dove cuociono ravioli e gnocchi di cui ognuno può servirsi a piacimento e dove nei fiumi non scorre acqua ma vino. E’ Il paese di Bengodi, come lo chiama Boccaccio, detto anche nella tradizione letteraria il paese di Cuccagna. I due appellativi si sovrappongono nonostante le diverse etimologie ( composto di bene e godere il primo; da una voce germanica che indica dolciumi il secondo) e rappresentano il sogno di una società assediata dalla fame, dalla miseria, dalle carestie. Ma la letteratura non registra solo questa utopia gastronomica. Il cibo entra prepotentemente nella rappresentazione letteraria: dalle Sacre Scritture attraversa il mondo classico, la civiltà medievale, i fasti della società cortigiana per approdare, nel XIX secolo, alla cucina borghese. Attraverso le pagine degli scrittori potremo seguire il cibo come indicatore dell’identità socio-culturale, come spazio aperto allo scambio tra i popoli, come rappresentazione e descrizione di una realtà storica e geografica, come dimensione memoriale. Cibo dunque come documento, testimonianza ma anche come elemento di forte valenza metaforica. Quello che si mangia e come si mangia diventano così modi privilegiati per comprendere i valori di una società. Inseguiremo profumi, odori, ingredienti, curioseremo tra gli antichi ricettari, scopriremo i segreti dei grandi cuochi del passato e del presente, getteremo uno sguardo alle cucine domestiche, a quelle dei conventi medievali, ai monumentali banchetti cinquecenteschi, per arrivare alla qualità e alla rarefazione del cibo nei piatti della nouvelle cuisine e alla filosofia culinaria fusion. Dalla cornucopia di Poliziano ai capponi di Renzo, dall’uva moscatella di Pinocchio ai lupini di Verga, dalla madelaine di Proust al timballo di maccheroni del Gattopardo. Un viaggio goloso e ricco di tante sorprese!
Francesca Romana de’ Angelis
Laura Giampuzzi da Spoleto (Perugia)
Mi chiamo Laura, ho 36 anni e il tratto che più mi contraddistingue è senza dubbio l’amore per il bello. Sono nata e cresciuta a Spoleto, gioiello artistico nel cuore d’Italia. Vivere in questa antica colonia romana, all’ombra dell’incantevole bosco sacro di Monteluco e dell’imponente Rocca Albornoz, a due passi dal commovente scorcio che offre il Duomo e dallo spettacolare Ponte delle Torri, mi arricchisce ogni giorno. Min sono laureata in beni culturali e spesso ho fatto da guida ai turisti in visita nella mia città. Attualmente sono alla ricerca di un’occupazione fissa che assecondi la mia passione per l’arte. Mi piace leggere e amo sia il cinema che il teatro: attendo sempre con ansia il Festival dei Due Mondi. Adoro anche fare lunghe passeggiate, possibilmente in compagnia di Charlie, il mio cagnolino, e mi piacciono gli animali, la natura ed i bambini. Quando posso mi occupo del mio giardino che mi dà sempre tanta soddisfazione! Infine la cucina: Spoleto, come tutta l’Umbria, è anche terra di antiche tradizioni enogastronomiche. Vantiamo una grande varietà di prelibatezze e prodotti d’eccellenza e siamo sempre felici di condividere questo tesoro con tutti gli appassionati della materia!
ecco alcune ricette
CRESCIA O “TORTA AL TESTO”
INGREDIENTI
400 gr di farina 00
½ cucchiaino di bicarbonato
Acqua q.b.
Sale
La crescia è simile alla piadina romagnola e, come questa, va cotta su un “ testo”, una padella speciale, senza bordi, di terra refrattaria, che va scaldata sul fuoco. Mentre il testo sta scaldando, a parte allestite una pasta soda, amalgamando la farina, un pizzico di sale, il bicarbonato e poca acqua. Manipolate il tutto fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo, che si deve spianare ad uno spessore di circa ½ centimetro. Quando il testo sarà abbastanza caldo, provate se la temperatura è quella giusta, gettandovi un pizzico di farina: se la farina diventa scura, il testo è troppo caldo ed è necessario che lo allontaniate per un po’ dalla fonte di calore. Poggiate, allora, il disco di pasta sul testo, lasciandovelo per 5 minuti, quindi rigiratelo. Fatelo cuocere per circa mezz’ora, rigirandolo più volte. Alla fine, tagliate la crescia in 4 settori e servitela calda, accompagnandola con affettati.
CROSTINI AL TARTUFO
INGREDIENTI
4 o 6 fette grandi di pane casareccio
1 tartufo nero
2 acciughe salate
1 spicchio ’aglio
½ bicchiere d’olio d’oliva
1 limoneSale e pepe
Tagliate le fette grandi di pane a metà e tostatele in forno, fino a quando saranno ben abbrustolite. Intanto ripulire il tartufo, con uno spazzolino sotto l’acqua, poi tritatelo insieme all’aglio e alle acciughe ripulite. Pestate il tutto fino a ridurlo a poltiglia, poi aggiungete l’olio, e amalgamate fino ad ottenere una pasta fluida. Spruzzate sulle fette di pane il succo del limone e spandetevi la salsa al tartufo.
CROSTONI AL PATE’ DI OLIVE NERE
INGREDIENTI
4 fette di pane casareccio
300 gr di olive nere
4 acciughe salate
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaino di capperi
½ limone
2 cimette di rosmarino
Sale e pepe
Tostate in forno le fette di pane. Appena dorate strofinatele con l’aglio, poi spalmatele con una crema ottenuta frullando le olive denocciolate, le acciughe pulite, i capperi, gli aghi del rosmarino e il succo di mezzo limone, e una punta di pepe.
GOMITI ALLA NORCINA
INGREDIENTI
350 gr di pasta (gomiti, conchiglie o altra pasta)
4 salsicce
200 gr di panna
4 cucchiai di pecorino
Sale e pepe
Spellate le salsicce, mettetele in una padella e rosolatele piano, schiacciandole e sbriciolandole. Quando la carne sarà ben cotta, cocete la pasta al dente. Una volta cotta mettetela nella padella del condimento e rosolatela. Aggiungere la panna, il pecorino e un velo di pepe.
TROTE RIPIENE
INGREDIENTI
4 trote
4 cucchiai di pangrattato
4 fette di pancarrè
1 limone
2 spicchi di aglio
1 mazzetto di prezzemolo
4 cucchiai di olio
Sale e pepe
Pulire le trote e lasciare marinare con l’olio. Ammollare il pancarrè con il limone. Strizzarlo e aggiungere l’olio e il trito di prezzemolo e aglio. Mettere questo tritato nel ventre dei pesci e chiuderli con gli stecchini. Ungere i pesci, spolverarli con il pangrattato e cuocerli sulla brace.
FRITTELLE DI RISO
INGREDIENTI
200 gr di riso
1 l di latte
3 tuorli
100 gr di zucchero
1 noce di burro
Aroma di vaniglia
1 limone
½ l di olio di semi
1 busta di zucchero a velo
1 punta di cannella in polvere
Sale
Cuocere il riso per 7 minuti, scolarlo e farlo finire di cuocere nel latte. Una volta cotto, incorporare al riso i tuorli lavorati con lo zucchero, la buccia di limone grattugiata, il burro e una punta di vanillina. Formare delle crocchette rotonde e friggerle nell’olio bollente. Cospargerle con lo zucchero a velo e servirle.
Tarallucci al vino
ingredienti
500g di farina
125 ml di olio evo
150 ml di vino
una bustina di lievito per dolci
150g di zucchero (più 50g di zucchero per decorare)
un pizzico di sale
Mettete in una ciotola il vino e lo zucchero mescolate bene per far sciogliere lo zucchero, aggiungete il pizzico di sale. Ora aggiungete l’olio, successivamente metà della farina, amalgamate con una frusta per non formare grumi, ora aggiungete il lievito e la farina rimasta, impastate fino a che non sarà compatto e omogeneo. L’impasto deve risultare abbastanza morbido (più o meno come quello della pizza) aiutatevi con l’aggiunta di altro vino o farina se necessario. Lasciate riposare 20 minuti, nel frattempo accendete il forno a 180/200° e preparate delle teglie da forno con sopra la cartaforno. Dopodiché prendete un po’ d’impasto per volta e ricavate delle striscioline tonde sottili e lunghe 10 cm (come quando si fanno gli gnocchi). Unite le due estremità del bastoncino per formare un cerchio e immergeteli solo da un lato nello zucchero e metteteli, con il lato zuccherato verso l’alto, nella teglia che avete preparato. Cuocete per circa 20 minuti. Fateli raffreddare e conservateli in un contenitore chiuso ermeticamente.
Per i tarallucci al vino, le scuole di pensiero sono diverse, io uso il vino rosso perchè dà più temperamento, e l’olio evo (extra vergine di oliva) che dà più sapore. Nella ricetta classica, tipicamente romana, il vino usato è il bianco dei castelli romani, e l’olio è di semi; sicuramente vengono più fragranti, ma con un sapore e un temperamento meno deciso.
Le ciambelline al vino si conservano molto a lungo, saporite e fragranti e si prestano benissimo per un dolce informale alla fine di un pasto con un buon Vin Santo, un Moscato di Pantelleria o un ottimo Passito.
E’ una carta di riserva, se gli ospiti non portano il dolce!
MadamaRicetta
Valentina Arena da Lugano (Svizzera)
Sono Valentina, nata a Roma il 30 Aprile 1987 e trasferita per lavoro a Como nel 2008.
Impasto biscotti da quando avevo 3 anni, e mi sono appassionata alla cucina soprattutto grazie alla mia mamma, cuoca sopraffina, che ad ogni mio compleanno preparava una torta speciale sia d’aspetto che di bontà.
Nonostante la mia passione per la cucina mi sono diplomata allo scientifico e dopo varie tribolazioni sono riuscita a fare un corso di pasticceria (i miei non erano molto fiduciosi riguardo questa professione).
Ora lavoro presso il Grand Hotel Villa Castagnola (5* lusso), sul meraviglioso lago di Lugano.
Sono piena di fantasia e voglia di fare (c’è chi dice sia troppa ) e adoro pasticciare in cucina…. d’altronde essere pagati per fare quello che ti piace è un lusso per pochi…
Se vi state chiedendo perché non sono più tornata a Roma, la città più bella del mondo, la risposta è semplicissima: ho trovato l’amour!
Ecco alcune ricette
La crema pasticcera
1 litro di latte, 200g di tuorli (circa 9 tuorli), 210g di zucchero, 50g di maizena, 20g di farina, 20g di fecola, (se volete adoperare solo un prodotto usate 80g di maizena), aromatizzare con una stecca di vaniglia
Mettere 800g di latte a bollire con lo zucchero e la vaniglia. In una ciotola, a parte, sbattere i tuorli con le farine e 200g di latte. Aggiungere al latte bollente il composto di uova sbattute e continuare a mescolare con la frusta, appena riprende il bollore spegnere il fuoco e continuare a sbattere per qualche minuto.
Questa è un’ottima crema al cucchiaio, se invece volete usarla per farcire una torta aggiungete alla crema, appena tolta dal fuoco, 14g di gelatina in fogli precedentemente ammollati nell’acqua fredda e strizzati, e sbattete energicamente con una frusta, o uno sbattitore elettrico ad immersione e quando è fredda frullatela nuovamente con lo sbattitore elettrico ad immersione e aggiungete 250g di panna montata.
La panna alleggerisce la crema rendendola più soffice e la gelatina, la terrà ben ferma quando taglierete a fette la torta.
Se la consumerete abbinata alla frutta potete sostituire la stecca di vaniglia con la buccia grattugiata (solo la parte gialla) di un limone
Minicake al caffè, Il dolce preferito della mamma
e“antipasto all’italiana“
Avete per caso ancora colombe e cioccolato avanzati da Pasqua?
Ecco 3 modi golosi di riutilizzare gli avanzi di pasqua!!!
Crostata al cioccolato….
Ingredienti:
Base frolla già cotta
150g tuorli (circa 7)
70g zucchero
375g panna
375g latte
330g cioccolato fondente (se usate quello al latte mettete solo 40g di zucchero)
Portare il latte e la panna a bollore. Aggiungere i tuorli e lo zucchero ben mescolati e frustare finche non tornerà di nuovo il bollore. Togliere dal fuoco e aggiungere la cioccolata a pezzetti. Mixare con un frullino finché non sarà completamente sciolta. Lasciare intiepidire leggermente e versare nel fondo di pasta frolla precedentemente realizzato.
Tartufini
Ingredienti:
600g panna
500g cioccolato fondente
100g burro
* aroma
Scaldare la panna. Versare sul cioccolato a pezzetti e mixare, aggiungendo contemporaneamente anche il burro a pezzetti. *Aggiungere a piacimento un bicchierino di rhum, sambuca , caffè ecc…Lasciare raffreddare. Aiutandosi con un cucchiaino prelevare piccole quantità, formare delle palline con le mani e passarle per esempio nel cacao, nel cocco grattugiato o nella granella di nocciole. Conservare in frigo.
Torta di Colomba
Ingredienti:
colomba avanzata
500g latte
500g panna
8 uova
Vaniglia/limone/cannella
Imburrare leggermente uno stampo per torte. Adagiarci sopra la fettine di colomba una di seguito all’altra, si possono realizzare più strati. Preparare la Royal: mettete sul fuoco il latte, la panna l’aroma e lo zucchero. Quando bolle togliere dal fuoco e versare sulle uova ben sbattute continuando a mescolare. Versare sulla colomba fino a coprirla completamente. Lasciar riposare 20 minuti e poi infornare a 150 gradi per circa 40 minuti. Toccando la superficie deve risultare soda e infilando lo stecchino deve restare abbastanza asciutto.
QUADROTTI DI MAIS ALLE CREME
Ingredienti: ½ litro di latte 250g di farina di mais un baccello di vaniglia una noce di burro e 30 g di zucchero due tuorli Portare a bollore ½ litro di latte con ½ litro d’acqua una noce di burro e 30 g di zucchero, un baccello di vaniglia e far cuocere per 30 minuti. Se usate la polenta a cottura rapida, verificate quanto liquido è indicato sulla confezione. Quando è pronta togliere dal fuoco e aggiungere i due tuorli mescolando. Mettere in un contenitore facendo un unico strato di 2 cm di spessore e quando sarà intiepidita riporre in frigo per un paio d’ore. Tagliare la polente a quadrotti spennellarli con del burro fuso e mettere in forno a 220° per dorarli. Servire i quadrotti con le creme calde.
FONDUTA CIOCCOLATO E NOCCIOLE
Ingredienti:
200g di cioccolato al latte
150g di panna
30 g di granella nocciole
due cucchiai di rum
Tagliare il cioccolato a pezzetti e metterlo in un pentolino con la panna. Scaldare a bagnomaria e mescolate fino a che il cioccolato non sarà completamente sciolto, spegnere e aggiungere il rum e la granella di nocciole. Servire in un contenitore precedentemente scaldato in forno.
CREMA AL COCCO
Ingredienti:
2 uova grandi
70g zucchero
17g maizena
120g latte di cocco
175g latte intero
2 cucchiai cocco grattugiato
Mettere a scaldare il latte di cocco con 100 g. latte. In una ciotola sbattere bene tutti gli ingredienti con i restanti 75g di latte. Una volta che i liquidi arrivano a bollore versarli nella ciotola e amalgamare bene. Riportare il tutto nella pentola sul fuoco fino a raggiungere di nuovo il bollore frustando continuamente per 3/4 min fino a rassodamento. Aggiungere al cottura ultimata i due cucchiai di cocco e mescolare.
FONDUTA CIOCCOLATO E PEPERONCINO
Ingredienti:
200g di cioccolato fondente
150g di panna
½ cucchiaino di peperoncino in polvere
Tagliare il cioccolato a pezzetti e metterlo in un pentolino con la panna. Scaldare a bagnomaria e mescolate fino a che il cioccolato non sarà completamente sciolto, spegnere e aggiungere il peperoncino. Servire in un contenitore precedentemente scaldato in forno.
Sformatino di cavolfiori con vellutata al gorgonzola
Ingredienti per 4 persone
500g di cavolfiore
1 cucchiaio raso di amido di mais
50g di parmigiano
1 uovo
burro, sale, pepe, noce moscata
100g di gorgonzola
200ml di panna.
Lessare il broccolo in acqua salata, scolare bene e mettere nel mixer, aggiungere la noce moscata, il parmigiano, l’amido di mais, l’uovo, qualche cucchiaio di panna e aggiustare di sale e pepe. Prendere degli stampini ungerli con il burro e spolverizzare di pangrattato. Dividere il composto in quattro stampini e mettere in forno a 180° per 20 minuti. Nel frattempo scaldare la panna in un pentolino a fiamma bassissima e aggiungere il gorgonzola girando continuamente fino ad ottenere una crema. Mettere gli sformatini in piattini individuali e coprire con la salsa al gorgonzola.
Le ricette presentate a Cuochi e Fiamme:
Insalatina tiepida di coniglio alla senape
LE CROCCHETTE DI VALE
Quando mi hanno chiesto di partecipare a “cuochi e fiamme” mi hanno fatto una piccola intervista e tra le domande c’era: “dovendoti descrivere: a quale cibo o pietanza o ortaggio ti paragoni e perché? Credo di assomigliare ad una zucca. Dura come la sua buccia (ci metto un pò ad aprirmi) ma cotta a dovere diventa tenerissima come me… ed è versatile negli usi ( dolce e salato)” . Per questo vi suggerisco una ricetta speciale per Halloween deliziosa come accompagnamento ad un aperitivo. E vi invito se volete a seguire la puntata del 14 novembre di Cuochi e fiamme, dove mi vedrete come concorrente. (…continua)
Balottine di Pollo Mediterranee
ingredienti x 4 persone
2 petti di pollo interi
2 sottilette
500gr pomodorini pachino
100gr olive taggiasche
2 filettini di acciuga sott’olio
basilico
1 aglio
olio/sale/pepe
1 cucchiaio di capperi
Chutney di Ananas
Questa chatney è molto estiva, adatta ai formaggi come un pò tutte le chatney, è ottima anche con il pollo alla griglia, il fois gras, sul bollito o su un crostino con la crescenza o il caprino.
Il “mio” Tuorlo
Questi tuorli rimangono cremosissimi. Sono ideali da servire con degli asparagi, o una fonduta di formaggio. Sbizzarrite la fantasia per adattare questa ricetta un pò speciale alle vostre ricette.
Torta ananas e cocco
questa torta è splendida in estate se servita con una pallina di gelato vaniglia o cocco.
Meringata al melone
È un dolce di grande effetto, molto carino anche da servire in bicchiere mono porzione, magari con sopra qualche cubettino di melone marinato con del liquore all’arancia.
English Pie con Crema al Cocco
Creme Caramel all’Amaretto
Caprese al Limone
Torta Fresca di Yogurt e Ricotta alle Fragole
Panna Cotta bigusto con salsa Passione
Coppa veloce al cioccolato
Cecilia Puleo da Monreale (Palermo)
CHI SONO
Sono Cecilia e vivo a Palermo. Amo le parole ed i suoni, i colori ed i sapori e penso che l’arte e la creatività siano il sale della vita. Ho 52 anni e sono ancora alla ricerca di nuove cose da fare e da sperimentare. La mia cucina è un piccolo laboratorio di nuove alchimie e di sapori che possano creare armonia e bellezza. Contrariamente a tutto questo il mio lavoro non ha molto di colorato o creativo, sono un’ impiegata e ogni giorno faccio i conti con il cartellino da timbrare,le scadenze, le scartoffie etc.. Ma forse è proprio tutta questa monotonia e anche un po’ di noia che fa volare i miei pensieri e le mie idee. Consiglio a tutti di colorare le giornate un po’ grigie con fantasiosi esperimenti in cucina e di riciclare qualche momento di tristezza con un bricolage di dolci coccole.
FACCIO ANCHE
Quando non faccio l’impiegata e quando non cucino, dipingo.
Mi piace riprodurre opere di grandi autori. Ogni quadro è un viaggio nel passato in cui le curiosità biografiche e lo studio delle tecniche pittoriche mi permette di incontrare personaggi estremamente interessanti.
Ultimamente sto anche cominciando a realizzare dei lavori tutti miei.
Se volete potete anche vederli visitando il mio blog di pittura: www.ceciliapuleo.wordpress.com
GLI AMANTI DI ESCHER A TAVOLA CON CUPUDO
BOCCONCINI DI UOVA CON CREMA ALLE PERE,
GNOCCHETTI DI ROBIOLA AL RADICCHIO,
MOUSSE LEGGERA
Due spirali confluiscono l’una nell’altra, rappresentando, a sinistra, la testa di una donna e a destra quella di un uomo. Questi, come un nastro senza fine, con le fronti congiunte, formano un’ unità doppia.” Maurits Cornelis Escher
Finissimo intellettuale Escher (Olanda 1898-1972) inizia la sua formazione intraprendendo gli studi di architettura che condizioneranno inevitabilmente la sua produzione artistica che ruoterà intorno a un concetto unico e fondamentale, quello dello spazio. Uno spazio, però, che non è la semplice riproduzione su un piano dell’ambiente tridimensionale circostante secondo le leggi della prospettiva scientifica , ovverosia di quell’insieme di regole derivate dalla geometria descrittiva che permettono, dal Quattrocento in poi, di riproporre in modo illusorio la terza dimensione sul piano bidimensionale. Il tema indagato da Escher si sviluppa infatti sulla base di accorgimenti geometrici che vanno a creare le situazioni limite nelle quali la percezione dello spazio è incerta, ambigua, e gli elementi che lo popolano possono essere detti “oggetti impossibili”. (Marco Bussagli) Escher inoltre diceva: “Le idee che stanno alla base delle mie opere derivano dalla mia ammirazione e dal mio stupore nei confronti delle leggi che regolano il mondo in cui viviamo. Chi si meraviglia di qualcosa si rende consapevole di tale meraviglia. … leggi tutto
FACCIAMO IL PUNTO SU SEURAT E A PRANZO puntini, puntini, puntini!
Georges Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte, 1883-85
Georges Seurat (1859-1891), fu il pittore che creò il movimento post-impressionista. Egli giunge a risultati di massima brillantezza utilizzando il melange optique, ovvero la fusione ottica dei colori. L’occhio ha una capacità di risoluzione che lo porta a distinguere due puntini tra loro accostati se questi non sono troppo piccoli. Se i puntini diventano eccessivamente piccoli o se aumenta la distanza dell’osservatore dai due puntini, l’occhio dell’osservatore non ha più la capacità di separare i due puntini e se sono di colore diverso, un terzo colore dato dalla somma dei due, si fonde nella retina dell’osservatore. Pertanto, secondo le teorie di Seurat, un occhio, guardando dei puntini blu e rossi, vede un viola più luminoso di qualsiasi altro viola che si possa ottenere mescolando i pigmenti nella tavolozza. … leggi tutto
il menù
SFORMATINI CON PISELLI, PALLINE DI RICOTTA AL VERDE, FAVETTE CON CIPOLLA, STECCO DI PUNTINI
E non sarebbe interessante sapere sulle sponde della Grande Jatte come avrebbero pranzato quelle immobili ed austere figure? Noi dal canto nostro reduci dal pranzo di Pasqua e Pasquetta, dal week end del 25 Aprile e dal picnic del I Maggio, abbiamo realizzato che l’aria aperta, di fiume, di mare o di campagna, è sempre portatrice di quell’idea di leggerezza che ci porta a creare piatti freschi e gustosi, da consumare fuori porta o sotto la pergola di casa, ed è pensando anche al quadro di Seurat che metteremo in tavola un pranzo apostrofato dalla delicata brezza di primavera e da un tripudio di punti e puntini colorati.
“Noi catalani riteniamo che sia necessario tenere i piedi ben piantati a terra se si vuole compiere un salto. Il fatto di potermi posare a terra di tanto in tanto mi consente di saltare più in alto.” (Joan Mirò)
Nato a Barcellona il 20 Aprile 1893, Joan Mirò farà del viaggio il tema dominante della sua vita; un percorso dentro se stesso e nell’arte, dal rosso delle rocce catalane ai colori di Parigi. Dai suoi viaggi tornerà sempre carico di colori e forme, di emozioni e stimoli che influenzeranno poi la sua produzione artistica. Determinanti si riveleranno per lui anche alcuni compagni di viaggio, brevi frequentazioni, amicizie ed incontri, da Picasso a Klee, portatori di suggestioni che entreranno a far parte della sua interiorità e che saranno destinate a rimanervi per sempre. Come molti artisti della sua generazione, egli desiderava esprimere qualcosa di infinito e minimale, per questo inizialmente si occupò di ricercare le sue radici affondate nella terra bruna di Catalogna provando poi a rappresentarle attraverso l’inafferrabile soffio vitale della pittura. Intorno al 1924 la conquista surrealista dell’inconscio cominciò a influenzare la sua produzione, in quell’anno appare il Primo manifesto surrealista e Mirò dipinse Il Carnevale di Arlecchino, un’opera all’interno della quale la straordinaria capacità di invenzione dell’autore venne esaltata dalla ricchezza formale e dall’attenzione per il dettaglio. Il dipinto rivelava uno straordinario schema compositivo, cioè una distribuzione su tutta la tela di pesi e contrappesi che, sotto forma di divertenti creature della fantasia, festeggiavano il carnevale all’interno di una stanza. … leggi tutto
leggi la ricetta di gnocco e chiacchiere
DALI’ A QUI, GENIO E PRELIBATEZZE CHE PARLANO CATALANO
Fiero delle sue origini catalane, che rivendicava come un privilegio, Salvator Dalì nasce a Figueras nel 1904, e a tutt’oggi è considerato uno dei maggiori esponenti dell’arte moderna e genio indiscusso del novecento. Fu la sua insaziabile curiosità a portarlo ad occuparsi di svariate forme di arte infatti egli fu pittore, scultore, scrittore, cineasta, designer e sceneggiatore. Teatrale e innovativo Dalì rappresentò un’icona del movimento surrealista, egli realizzò una sua personale fusione di prospettive eccentriche e influssi controversi e, dando libero sfogo alla sua immaginazione selvaggia, immortalò nelle sue opere indimenticabili e suggestivi paesaggi onirici. Ispirato da Freud, Dalì attinse al proprio subconscio per dare vita a un’espressione artistica di maggiore intensità. Creativamente prolifico, realizzò 1500 dipinti insieme a sculture, disegni, film, abiti e gioielli. Le ossessioni più significative che caratterizzeranno la sua opera scaturivano dalle sue origini catalane. Si dice che il catalano consideri reale solo quello che può mangiare, capire, toccare, sentire e vedere. E Dalì non fece mistero di questo materialismo culinario: non so cosa faccio, so quello che mangio. Il suo fu un delirio quasi commestibile che si ripetè di tela in tela: negli orologi molli che colano come il camembert (sognato dal pittore), nelle innumerevoli Uova al tegame, senza il tegame o ancora nel pane antropomorfo. Inoltre, non c’è dipinto o ritratto o composizione di Dalì che, a prescindere dal soggetto, non abbia come sfondo elementi che ricordano l’unicità dei panorami costieri catalani con gli scogli dalle forme quasi antropomorfe a cui fanno eco i personaggi. …leggi tutto
IL RECUPERO SI TINGE DI ROSE
Come dicevamo, è arrivata l’estate e il gran caldo ci ha fatto tirar fuori i tavoli in terrazza, abbiamo insomma iniziato a goderci gli spazi aperti e le fresche e fantasiose cene suggeriteci da Madama Ricetta. Ma poiché la creatività è un flusso inarrestabile, qualsiasi momento è buono per proporre un allestimento colorato ed estivo del vostro living, meglio ancora se stizza l’occhio al recupero. Per prima cosa, non buttate più le vecchie lampadine (quelle non più a norma), smontate il meccanismo che contiene i filamenti luminosi (vedi le istruzioni) e attraverso un giro di fil di ferro al colletto della lampadina appendetele ovunque nel vostro terrazzo, tra rami di una pianta, in una ringhiera, tra la pergola o nella vostra cucina, riempitele d’acqua e utilizzatele come vasetti che conterranno piante aromatiche (basilico, prezzemolo, menta etc.) o a scopo puramente ornamentale con i fiori recisi. Otterrete così una scenografica natura in sospensione. …leggi tutto
PICNIC A GIVERNY
CHARLOTTE DI PANE MINI QUICHES DI RISO MINI CAKE DI CAROTE
Il giardino di Monet, gli iris – 1900
Per Claude Monet (Parigi 1840-1926)il giardino era la sua tavolozza e la sua casa che spariva tra le rose di Giverny, l’atelier dove trascorse la seconda metà della sua vita. Dopo avere raggiunto l’indipendenza economica intorno agli anni ottanta, egli poté permettersi di acquistare la casa di Giverny dove diede vita a un lussureggiante giardino percorso da fiumi di fiori, li si trasferì con la sua seconda moglie Alice e i loro otto figli. In questo giardino Monet pianificò una vera e propria architettura botanica dando a ogni fiore il suo posto e creando delle composizioni che sarebbero poi state i soggetti per i suoi futuri quadri. Nel suo giardino insolito ed esotico fece arrivare d’oltreoceano, nasturzi indiani, dalie, glicini, iris, tuberose messicane ed infine le ninfee dai madreperlati riflessi. Il giardino inondato dalla luce del sole fu il suo elisir di lunga vita, il suo regno della tranquillità e luogo di meditazione cosicché durante le giornate di pioggia scompariva depresso tra le pieghe del suo letto. Monet è stato il pittore della luce, delle giornate chiare, il pittore del cielo, della neve, delle nuvole che si riflettono nell’acqua.
PAUL KLEE TRA PITTURA E VITA DOMESTICA. Il colore anche nei piatti dei piu’ piccini.
TAGLIATELLE AL CACAO CON SUGO ALLA CANNELLA, CRIC CROC DI POLLO, ARANCINI DOLCI Oggi vogliamo entrare in punta di piedi nella stanza dei bambini. Tra giochi sparsi ovunque e tanti disegni appesi al muro, tutto ci parla di loro e del loro mondo incantato popolato da fate e streghe e poi una coloratissima tenda che cela una finestra aperta sul mondo, un mondo che prima o poi loro popoleranno da uomini e donne. E allora speriamo di averli voluti bene nella maniera giusta, né troppo forte da farli soffocare né troppo piano da non farglielo sentire, speriamo di non aver troppo deturpato quel mondo che da loro abbiamo preso in prestito e speriamo infine che sempre portino nei loro ricordi, l’idea di casa, il valore della tavola, il suo magico girotondo di sapori e poi non importa se a preparare è stata mamma o papà! Paul Klee (1879-1940) fu un ingegnoso e moderno artista che si avvalse di un’ampia gamma di stili che gli permisero di creare delicate opere che saturò di elementi onirici, tracce di musica e poesia e di un’arte primitiva frutto di una fusione stilistica a cui si affiancavano richiami al surrealismo, al cubismo e all’arte dei bambini. E sempre viste con gli occhi di bambino sembrano alcune delle sue opere , dominate da sagome fantastiche che ricordano le scatole di costruzione con cui giocavano i piccoli. Paul Klee nel 1906 sposò Lily Stumpf e si stabilirono a Schwabing dove condussero una vita dignitosa, lei affermata pianista dava lezioni di piano mentre lui si occupava principalmente di accudire ed educare il figlio Felix, anche durante una breve ma grave malattia che colpì il bimbo. Con questa spartizione di compiti i Klee si trovarono al di fuori delle convenzioni borghesi del tempo. Di fatto nei primi anni la sua vita artistica procedette molto lentamente, l’attività di uomo di casa gli sottrasse tempo e forza e nel momento in cui sua moglie decise di dedicare più tempo alle lezioni di musica, egli si ribellò. (…continua)
TUTTE LE DONNE DI KLIMT NEL GIALLO: ed è subito cena
Spiedino di patate e pomodorini, Sformato di riso cardi e zafferano, Filetto a vapore con salsa allo zafferano, Trionfo di giallo. Il colore giallo, variamente declinato, rappresenta nelle opere di Gustav Klimt un elemento predominante; il giallo degli sfondi, l’oro dei capelli o ancora l’ocra dei vestiti, perché è spesso il giallo che veste l’altro elemento indiscusso delle sue opere: la donna. Chi si avvicina per la prima volta alla pittura di Klimt, circa 220 opere suddivise tra pitture monumentali e dipinti, non può non notare la sua personale interpretazione dei soggetti femminili; inizialmente i visi da lui ritratti non erano neanche identificabili, in quanto volevano unicamente rappresentare la metafora di una certa élite sociale apatica, demotivata e vuota ormai al declino e delle condizioni di tutta la società alla fine della monarchia danubiana. La sua vita (1862-1918) coincise quasi per intero con la storia della Secessione viennese, quel vasto movimento culturale ed artistico nato a fine ’800 tra Germania ed Austria, che aveva come obiettivo la creazione di uno stile lontano da quello accademico e che coinvolse numerosi architetti e pittori dell’epoca in una Vienna che, in quel momento, era una delle capitali europee più raffinate e colte. …continua
NOTTE DI NATALE A CASA MATISSE
CARPACCIO DI ZUCCA ROSSA, CAPONATA DI MELE, SPAGHETTI BROCCOLI E VONGOLE, TORTA DI ALICI, CASSATA AL FORNO
Oggi non vogliamo raccontarvi di abeti e puntali o di scolpite natività tra un bue ed un asinello, bensì vogliamo proporvi di trascorrere questa magica notte in compagnia dell’indiscusso estro di Henri Matisse, detto anche il “poeta del colore”. Siamo nel 1951 quando nasce Notte di Natale, opera che abbandona significativamente i canoni estetici dell’epoca e vira verso una sintesi delle forme fino a trasformale in simboli plastici, attribuendo all’eloquenza di linee e colori, il dominio incondizionato della composizione stessa. Inizia da qui per Matisse una terza età appagata e produttiva, un periodo in cui, nonostante la malattia, egli esprime pienamente la gioia e la serenità dei suoi 82 anni. Saranno quindi estro e armonia coniugati a una vegliarda giocosità gli elementi che consacreranno la sua arte alla storia e alla pittura. La nuova tecnica diventerà per lui quasi momento taumaturgico ed occasione che gli consentirà di liberare finalmente sentimenti e sensi dalla prigione del corpo malato. Che importano l’età e la malattia? Pur non trattandosi realmente di fede, egli concepirà una chiesa, consacrata all’arte, senza altro Dio che quello familiare che evocherà con affetto nell’ apoteosi dei papiers dècoupès Notte di Natale, conservato oggi al Museum of Modern Art di New York. (…continua)
PASTEGGIAR SOTTO GLI OMBRELLI DI RENOIRE
FUNGHI RIPIENI DI PASTA SALSICCIA ALL’UVA TORTA ALLA ZUCCA
Un saluto agli acquazzoni invernali, all’odore di terra bagnata e all’aria umida e festosa che corre sotto un bisticciar di ombrelli, quelli di Renoire. Gocce d’acqua su di un fotogramma che fissa uomini e umori, in un’ambientazione gioiosa che conduce al domestico calore di un camino e di una grande cucina affollata di amici. …continua
Il Cubismo dalla tela alla tavola
Destrutturazione di Riso, patate e cozze,
Destrutturazione di Sarde a beccafico,
Destrutturazione di Caffè
L’artista raccoglie emozioni che vengono da ogni parte: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una forma che passa, da una tela di ragno. Proprio per questo non si deve far distinzioni tra le cose, le quali non sono stratificate per classi.(Pablo Picasso -1935)
Ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, ma ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole. (P.P.) … continua
Guardate il nuovo menù della ruprica piatti e pennelli:
cena per due: il cielo lo ha messo Van Ghog
GNOCCHETTI ROSE’, INVOLTINI DI PESCE SPADA,
TORTINO AL CIOCCOLATO E PEPERONCINO
Notte stellata sul Rodano, non evoca afrodisiache prelibatezze, bensì un cibo semplice negli elementi, sofisticato al palato e foriero di intriganti atmosfere. Per Vincent Van Gogh la pittura di notte fu una vera sfida che lo incuriosì a tal punto da spingerlo a riprodurre anche lo scintillio della luce artificiale dei lampioni, considerata una novità per il periodo, riflessa nelle acque del fiume.
Guardate il mio menù di primavera sul filo di zucchine e menta
BRUSCHETTE CALDO FREDDO, LA PRIMAVERA NEL RISO, POLPETTINE DI SALSICCIA CON SALSA ZUCCHINE E ZENZERO, FINTO TIRAMISU’
Guardate il mio menù A cena con Guttuso
POLPETTINE DI ALICI CON GRANITA DI POMODORO, SPAGHETTI CON ALICI E FINOCCHIETTO, TORTINO DI MELANZANE E ALICI, ANGURIA IN COPPA
Guardate la mia rubrica piatti e pennelli
MARC CHAGALL: BIANCOMANGIARE
L’arte, secondo Chagall, era uno stato d’animo che si manifestava attraverso simboli soggettivi e non convenzionali è così che per chi ama cucinare, la cucina può diventare una terra di mezzo dedicata alla libertà d’espressione. Imparando ad accostare colori e sapori, immagini e profumi, si può intraprendere un simpatico percorso sensoriale, un ipotetico giro per musei, concedendosi il lusso di… rimanere a cena! Dopo Botticelli e Guttuso stavolta prenderemo un dolce con Chagall e per il prossimo incontro d’eccezione ci diamo appuntamento a Settembre.
Buona estate! (…continua)
QUALCHE RICETTA
GIRELLA DI MARE
Ingredienti:
500g di pece spatola
1 arancia
Pangrattato
Grana grattugiato
Semi di finocchio
2 pomodori secchi sott’olio
1 scalogno
1 cucchiaio di uvetta
Olio e.v.o. sale e peperoncino
Mettere a bagno l’uvetta in pochissima acqua tiepida. Soffriggere lo scalogno tagliato a rondelle con tre cucchiai d’olio, aggiungere i semi di finocchio, l’uvetta scolata, e i pomodori tagliati a listarelle. Spegnere il fuoco e aggiungere il pangrattato, il succo e a scorza grattugiata di 1 arancia e infine il formaggio. Pulite e sfilettate il pesce lasciando intere le due metà (meglio se lo facciamo preparare dal pescivendolo a filetti). Mettere su ogni filetto di spatola metà della farcia preparata e arrotolare, formando una girella, fermandola con uno stecchino lungo da spiedino. Prendere una teglia foderarla con carta da forno e mettere la girella in piedi, cospargerla con la farci rimasta e irrorare bene con dell’olio a filo. Infornare a 180g per 15 minuti.
RISO SALMONE E TONNO
Ingredienti per 4 persone:
Riso per insalate gr.500
Salmone affumicato gr. 250
Tonno sott’olio gr.500
Favette fresche al netto della buccia gr.200
Fettine di speck 6
Scorza e succo di 1 limone
Olio q.b.
Sale e pepe q.b.
Lessa il riso del tipo insalata, e in una ciotola mescolalo con il salmone affumicato e il tonno sott’olio. Amalgama il tutto con, olio, succo di limone, scorza di limone grattugiata, sale, pepe e un le favette private da entrambe le bucce, metti in frigo e fai riposare.
Intanto prendi le fettine sottili di speck, mettile su della carta forno in una teglia, inforna a 100° per circa trenta minuti, quando sarà diventato sufficientemente biscottato, fai raffreddare, fanne una polvere e con essa cospargi l’insalata di riso.
GATEAU DI PATATE E ALICI
Ingredienti per 4 persone:
Patate 5 piuttosto grosse
Uovo 1
Stracchino gr. 250
Alici eviscerate gr. 300
Menta fresca
Linone 1
Pangrattato
Olio – sale – pepe q.b.
Lessa le patate, ancora calde schiacciale e condisci con olio, sale, pepe, tuorlo, scorsa di limone grattugiata, foglioline di menta e lo stracchino.
Prendi delle cocottine di alluminio, , cospargile di olio e pangrattato, e fai dei suoli alternando il purè a delle alici (eviscerate, spinate e completamente aperte), comincia e finisci con il purè, cospargi di pangrattato, un filo di olio ed inforna in forno caldo (250 °) fino a quando si saranno gratinate.
TONNO AL SESAMO CON RIDUZIONE AL MARSALA
Ingredienti per 4 persone:
Tonno fresco gr.500
Sesamo
Marsala 200 cc.
Miele di acacia o millefiori 1 cucchiaio
Fecola di patate 1 cucchiaino
Burro 2 cucchiaini
Sale q.b.
Prepara la riduzione, mettendo in un tegamino il marsala con un cucchiaio di miele di acacia o millefiori, fai ridurre per circa 5 minuti alla fine con una frusta stempera un cucchiaino di fecola di patate e 2 cucchiaini di burro, un pizzico di sale.
Fai il tonno a cubi o a fettine spesse, passale nel sesamo e falli scottare dai 4 lati su di una piastra molto calda per pochi minuti ( deve cuocere all’esterno e rimanere rosa all’interno). A cottura ultimata servi il tonno con la riduzione di marsala.
l’organizzazione
LA CUCINA
è indispensabile organizzare la cucina in modo da avere tutto ciò che serve a portata di mano.
Quando il tempo è poco è importante mantenere l’ordine, ogni volta che si usa una cosa riporla sempre nello stesso posto. Avere l’esatta cognizione geografica degli oggetti disponibili nella dispensa ci aiuterà a non perdere tempo ed a concentrarci sulla preparazione del menù.
Quindi come prima cosa mettetevi all’opera e sistemate la vostra cucina nel modo più funzionale possibile.
Utilissime sono le vaschette in plastica (sempre con un’etichetta all’esterno, ce ne sono di carine all’Ikea -io sono un po’ fissata con l’Ikea trovo i suoi prodotti funzionali, carini, colorati e soprattutto economici, che oggi non guasta-) dove potrete raggruppare diversi oggetti quali le spezie ad esempio, oppure tutti quei piccoli utensili come gli attrezzi per la pasticceria, dalla sac-à-poche con i relativi beccucci agli stampini per i biscotti etc. Si trovano anche delle piccole alzatine (sempre all’Ikea) che permettono di realizzare un secondo ripiano in modo da moltiplicare i ripiani dei pensili o delle credenze.
Io vi racconto per sommi capi come è sistemata la mia cucina.
Sopra il lavabo Piatti e bicchieri, e nelle parti più alte le coppette da macedonia, i piatti da portata e le ciotole che uso meno di frequente. A fianco della Cappa, quindi più vicine al piano cottura, i cestini con le spezie che sono suddivisi tra dolce e salato.
Quindi da una parte pepe, sale, curry, origano, profumi per arrosti, semi di finocchio, etc. Dall’altra lievito per dolci, vanillina, gelatina semi di sesamo o papavero, fogli di colla di pesce, gocce di cioccolato, aromi di arancio e limone, vicino caffè, tè e tisane, etc.
Successivamente ho sistemato le farine, tutte insieme, sempre dentro dei contenitori in plastica con una piccola fessura che funge da manico (più facili da prendere: le farine sono pesanti!) e quindi farina di mais, farina di grano tenero, farina di grano duro, amido di mais o maizena (utilissima), farina di manitoba e zucchero, etc.
Sotto il piano cottura, nel cassetto le posate, palette, mestoli etc. Nei cestelli pentole e padelle impilate sempre dalla più grande alla più piccola. Di fianco i contenitori in plastica e vetro per conservare gli alimenti in frigo.
E così via man mano che vi allontanate dal piano cottura e dal lavabo mettete le cose che usate meno.
Su una mensola ho sistemato la carta forno (indispensabile), la pellicola trasparente e la carta in alluminio.
Cosa serve? Non moltissimo, bastano forse poche pentole e un po’ di accessori.
Le pentole:
una pentola alta e leggera per lessare paste e verdure;
una pentola di media altezza con un fondo abbastanza pesante vi sarà di aiuto per le cotture lente, un buon ragù, un brasato;
una padella classica per frittate, per saltare le verdure o le paste e per le fritture;
il Wok che con la sua forma conica è adatto a cotture veloci e leggere;
una teglia tonda, rettangolare o quadrata per il forno.
Non sono moltissime, potete raddoppiare (o moltiplicare) il loro numero se avete spazio in cucina e comprarle di due o più misure diverse, si adatteranno meglio alle esigenze a seconda del numero dei vostri commensali.
Qualche ciotola di vetro o in plastica.
Non vi faccio l’elenco delle cose comuni come posaterie, piatti e coppette, (attenzione ai coltelli devono essere sempre affilati), ci soffermiamo un po’, invece su alcuni accessori particolari:
un tritatutto, un frullatore, una frusta (meglio se una grande e una piccola);
un contenitore per l’olio che vi permetta di versalo a filo;
una sac-à-poche con i relativi beccucci, ne esistono in plastica si vendono a rotoli, sono funzionali e soprattutto usa e getta;
un coppapasta quando vorrete curare l’impiattamento;
un colino d’acciaio a maglie strette;
dispensatori per salse, sono delle bottigliette in plastica morbida con il beccuccio sottile che vi permetteranno di ottenere un effetto coreografico con le salse.
Strumenti da elencare ce ne sono moltissimi altri, non indispensabili, ma che aiutano molto, ne parleremo in seguito, man mano spiegando a che servono.
La lavagna in cucina è indispensabile, vi aiuterà nella spesa e nel ricordare le cose da fare. L’ideale è una lavagnetta magnetica dove si può scrivere con un pennarello indelebile e attaccare momentaneamente, con i simpaticissimi magneti colorati, le ricette, la lista della spesa o la tabella di marcia. In alternativa potete tenere blocchetto di carta ed una penna (mi raccomando: sempre a portata di mano).
Teniamo sempre a mente questo verbo: conservare bene
Rimettete sempre tutto al proprio posto, chiudere sempre i pacchi aperti (pasta, farina, zucchero eviteremo quelle noiose bestioline che invadono le credenze), con una mollettina o dello scotch, conservare sempre i cibi in frigo in un contenitore ermetico o coperti di pellicola trasparente, per i cibi che devono respirare è consigliabile avvolgerli in un panno (salumi, formaggi).
Ci siamo ora è tutto apposto, la cucina sarà a vostra disposizione, un luogo che solo a guardarlo vi mette tranquilli.
La ricetta e la cura del piatto sarà il vostro pensiero unico!
Sarà un piacere realizzarlo.
Quando siamo alle prese con un menù importante, mettiamo una leggerissima musica di sottofondo e serviamoci un goccio di vino, in un bicchiere a calice, da sorseggiare nei momenti in cui il nostro lavoro in cucina ha bisogno di una pausa di riflessione. E’ importante fare il punto della situazione ogni tanto.
LA SPESA
Fare una spesa intelligente è importante. Non bisogna avere fretta ed è assolutamente necessario avere con se la lista! La lista ci permetterà di non perdere tempo, non dimenticare nulla, di risparmiare perché non ci farà acquistare tutti quei prodotti inutili che non ci servono e non vanno d’accordo con la nostra bilancia. Quindi appuntate sempre sulla vostra insostituibile lavagnetta le cose da acquistare (se ci riuscite dividetele per categoria).
Quando avete un menù da organizzare portate una lista a parte, se invece preferite inserire gli ingredienti da acquistare nella vostra lista settimanale ricordate, però, di fare un asterisco vicino ai prodotti che acquisterete per realizzare la vostra cena. Questo vi permetterà di individuare con più facilità i prodotti che non possono mancare e in loro assenza, pensare ad un prodotto alternativo o sostituire quella portata con un altra. Per la vostra salute ricordate di preferire sempre i prodotti locali e di stagione.
Una volta a casa? Mettete sempre tutto al proprio posto!
Ora vi potete rilassare. p.s. quando non si devono usare prodotti facilmente deteriorabili (come ad esempio alcuni tipi di pesce o di verdure particolari) è sempre meglio fare la spesa il giorno prima dell’evento. In modo da non arrivare troppo stressati alla realizzazione del menù.
Benvenuti!
Se vi capita di fare una gita a Roma e di passeggiare in un giorno feriale tra il Pantheon, piazza Sant’Eustachio e piazza Colonna, vedrete onorevoli e senatori che corrono e scorrono, come formiche si incontrano, si annusano, si parlano, e via di corsa verso frettolose strette di mano e tentativi di abbordi da parte di cittadini che elemosinano uno sguardo, una parola, una promessa. E centinaia di personaggi quasi tutti uguali: tesserino al collo, telefono in una mano e cartellina documenti nell’altra, affannati e frettolosi, tra ingressi ufficiali e scorte, tra buchi e vetrine di bar, trattorie, tavole calde, pizzerie e pasticcerie, tra turisti, numerosi e indifferenti che preferiscono godersi i monumenti, i cappuccini e le foto.
Se però siete fortunati e curiosi, vi capiterà anche di scoprire uno degli ultimi anelli di resistente “umanità” in mezzo a questa strana “fauna”. Vedrete anche volti allegri e sorridenti, che in quella “cittadella” sono riusciti a ritagliarsi spazi di gioie e di delizie, alla faccia di tutta la tristezza e l’aria stantia che regnano, generalmente, nelle stanze di Palazzo Madama Montecitorio e appendici di ordinanza.
Ecco, quei volti, se riuscirete a vederli, sono i nostri. Da quel mondo triste e indaffarato, vogliamo farvi giungere profumi e fantasie, ricette immaginarie di sapori virtuali. Per questo, con un pizzico di vanità e presunzione –che, siamo certi ci avete già perdonato- abbiamo messo al mondo (il mondo delle vostre case) questo sito attraverso il quale vogliamo parlarvi, consigliarvi, contagiarvi la nostra allegria e follia da cucina.
Il nostro sodalizio a tre, (“Madama Ricetta e le sue discepole”) o meglio la nostra alleanza (rigorosamente all’opposizione) per sopravvivere nella giungla, è nata nell’estate del 2008, agli albori della XVI Legislatura, una delle più tristi che la storia repubblicana ricordi. E, pausa dopo pausa, pranzo dopo pranzo, giro dopo giro tra gli uffici di Palazzo Madama, è divenuta sempre più tenace e perseverante. Sino all’idea di questo blog.
Alla comunione di idee e alle affinità elettive che hanno cementato la nostra amicizia, è nata, spontanea e frizzante, la nostra complicità nella passione per il cibo, le ricette, i menu e tutto quanto serve alla felicità della tavola e al buon umore contro le amarezze della vita e del Palazzo. Nelle nostre quotidiane chiacchiere di relax tra una pratica e l’altra (serie ma quasi tutte noiose) ci raccontiamo prelibatezze, menù speciali, tappe eno-gastronomiche delle vacanze, scoperte di ristoranti, trattorie, pasticcerie e simili, di ricette e invenzioni con tutte le possibili varianti.
Ci siamo “imparate” e arricchite reciprocamente , ci siamo convinte ogni giorno più che la vita va vissuta con amore e allegria, sempre e dovunque. Soprattutto a tavola.
Attraverso questo blog vogliamo “metterci a tavola” con voi, e condividere, quando e quanto volete, chiacchiere, sapori, ricette e menu. E tanta allegria.
Contenuti
Madama Ricetta è un piatto ricco, come la paella, il cous cous di pesce o il sartù di riso: al suo interno si incontrano e si mescolano tanti differenti ingredienti. Tutti fondamentali per un risultato finale invitante e, speriamo, appetitoso. Vediamo i principali:
Menù:
Proposte complete – dall’antipasto al dolce – per ogni evenienza. Dal pic-nic della festa dei lavoratori al pranzo del primo compleanno di vostro figlio, sotto questa voce troverete tutte le istruzioni necessarie per mangiar bene e, soprattutto, cucinar facile. Non vogliamo creare nuove ricette, ce ne sono tante, forse troppe! Ma mettiamo insieme ricette semplici, varie e divertenti, accompagnate sia da una lista della spesa pronta per esser stampata e portata al supermercato, sia da una tabella di marcia per organizzare al meglio il vostro lavoro. Un menù sperimentato, che accorcerà i vostri tempi, senza rinunciare alla buona cucina. In più, in ogni menù troverete curiosità, storie e spunti di conversazione per condire i vostri piatti di chiacchiere interessanti e piacevoli.
Menubò:
“Dimmi che mangi e ti dirò chi sei”. Rubrica di informazione gastro-politica ed eno-sociale, il menubò prende spunto da notizie ed esperienze mangerecce per raccontare qualcosa sull’attualità nel senso più largo possibile: dal costume all”economia (o meglio alla crisi economica), dai progetti sulle vacanze alla vita parlamentare (quella di Madama Ricetta…).
Organizzazione:
Per raggiungere gli obiettivi primari di Madama Ricetta – divertirsi ai fornelli, preparare piatti buoni con poca fatica, bandire lo stress dalla cucina – serve solo un po’ di organizzazione pratica e mentale. Trovate qui una raccolta di suggerimenti sia sull’allestimento del “focolare” (collocazione ottimale degli strumenti di lavoro, tecniche di conservazione, elenco degli oggetti indispensabili), sia sul modo a nostro avviso migliore per fare la spesa (niente sprechi e niente perdite di tempo). Fatene buon uso!
Corrispondenti:
Curiosa e intraprendente, Madama Ricetta è aperta a tutte le novità. Per questo ha chiesto ai suoi amici sparsi per l’Italia e non solo, di darle una mano: nelle pagine dei corrispondenti, troverete ricette, idee e proposte di buongustai selezionati, cuochi più o meno per hobby.
Lo sapevi?
Parlare del buon cibo, dà gusto quasi quanto mangiarne. Dalla notte dei tempi, pranzo e cena rientrano tra gli argomenti preferiti del genere umano. E, al contempo, rappresentano per definizione il momento ideale per fare conversazione. “A tavola non si invecchia”, è noto, ma possiamo spingerci oltre e citare un antico adagio umbro, secondo cui “a tavola anche i frati trovano moglie”. Un dialogo piacevole che coinvolga tutti i commensali è ingrediente indispensabile per la buona riuscita di una cena e spesso prende il via proprio dai commenti sul cibo offerto. Da qui, l’idea di arricchire le vostre chiacchierate intorno al desco con gustose notizie sulle pietanze e le bevande suggerite nelle nostre ricette. Inoltre, grazie al contributo di un’esperta della materia, sotto questa voce abbiamo aperto una rubrica che racconta il secolare e felice connubio tra cibo e letteratura: “la cucina da leggere”.
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