Tortino di melanzane e alici
ingredienti per 4 persone
200 gr alici
2 melanzane
100 gr pomodorini
basilico e menta
capperi
100 gr pecorino
pangrattato
misticanza
olio di arachidi
olio d’oliva
sale, peperoncino
Pulite le alici ed aprile a libro e tamponarle con carta assorbente. Tagliate a fette rotonde le melanzane e friggetele in abbondante olio di arachidi, mettetele su carta assorbente. Fate un pesto di basilico, menta e capperi, unitelo ai pomodorini tagliati a pezzetti , salate e pepate.
Prendete delle cocottine di alluminio, ungetele con dell’olio e cospargete di pangrattato, a questo punto procedete alternando: fetta di melanzana, alice, pesto e pecorino. Fate tanti suoli fino a quanti ne contiene la cocottina,(finire con la melanzana) spolverare la superficie con un pizzico di pecorino ed infornate per 5/7 minuti a 200°e serviteli caldi su di un letto di misticanza.
Spaghetti con alici e finocchietto
ingredienti per 4 persone
400 gr spaghetti
300 gr alici pulite
200 gr pomodorini
1 scalogno
1 cucchiaio zucchero di canna
1 cucchiaio uvetta
1 cucchiaio pinoli
un piccolo mazzetto (solo le barbe) finocchietto selvatico
sale, peperoncino, olio d’oliva
Mettete a lessare gli spaghetti. Intanto disponete dei pomodorini (meglio se datterini) tagliati a metà su della carta forno e conditeli con olio, sale, peperoncino e zucchero di canna, fateli gratinare al forno per circa 5/7 minuti. In una capiente padella soffriggete leggermente uno scalogno, aggiungete le alici (precedentemente eviscerate e pulite), l’uvetta e i pinoli, scolate gli spaghetti molto al dente e iniziate a mantecare ( se è il caso aggiungete un poco di acqua di cottura della pasta), per ultimo aggiungi i pomodorini e il finocchietto selvatico fresco tagliato molto sottile.
Polpettine di alici con granita di pomodoro
ingredienti per 4 persone
400 gr alici pulite
1 uovo
un cucchiaio uvetta,
pinoli
50 gr parmigiano grattugiato
pangrattato
menta fresca
4/5 pomodori maturi
sale, pepe, olio d’oliva,
2 cucchiaini zucchero
1 cucchiaino aceto
Per prima cosa mettete ad ammollare l’uvetta in un bicchiere di acqua tiepida per una decina di minuti e poi strizzatela bene prima di usarla. Dopo avere eviscerato e pulito bene le alici tagliatele al coltello. In una terrina unite tutti gli ingredienti e fate riposare il composto in frigo per circa 30 minuti.
Formate delle piccole palline passatele nel pangrattato e friggetele in abbondate olio caldo, disponetele per qualche minuto su carta assorbente e servite calde accompagnate con una fresca granita di pomodori che preparerete così: tagliate i pomodori a metà, privateli di semi e acqua di vegetazione, metteteli nel bicchiere del mix con sale, pepe, olio, foglioline di menta, qualche goccia di aceto ed non più di due cucchiaini di zucchero. Mixate il tutto e riporre il contenitore nel freezer per circa tre ore, mescolando ogni tanto per evitare che si cristallizzi.
“Non di solo pane”
“Secondo un antico detto, “non di solo pane vive l’uomo”. È una grande verità. Ma la panificazione, nata circa quattromila anni fa, è l’emblema della nostra civiltà. Non solo il pane è il cibo più buono che io conosca – appena uscito dal forno e intinto nell’olio d’oliva, con un pizzico di sale e uno di pepe, è ineguagliabile -, ma è stata la coltura dei cereali a spingere i nostri antenati nomadi a scegliere la vita sedentaria, da cui sono nate le prime comunità. Semina, mietitura, trebbiatura e molitura del grano non possono essere il frutto del lavoro di una persona soltanto, e così è anche per la panificazione, Il pane è sociale. Metaforicamente e no. Il pane è fatto per essere tagliato, offerto, diviso e condiviso. A tavola non si può non pensare agli altri comemnsali, a chi è accanto o di fronte a noi, e a passare loro il cestino del pane. Da Palermo a Milano, i panettieri modellano una forma di pane piccola e rotonda, la rosetta o michetta, simile alla rosa Tudor: corolla centrale e petali della stessa grandezza. Mia madre, sempre attenta, quando si accorgeva che sul mio piatto di verdura bollita era rimasto dell’olio e limone o del sughetto, staccava un petalo di pane e me lo porgeva discreta. In Sicilia si dice che la tavola priva di pane “piange”: non c’è convivio, né allegria”.
(La cucina del buon gusto, Simonetta Agnello Hornby e Maria Rosario Lazzati. Feltrinelli)
Gelo di anguria, more e pistacchi
ingredienti per 4 persone
750 g di cocomero
100 g di more
75 g di zucchero
70 g di maizena
2 limoni
20 g di pistacchi
olio di riso
Tagliare a cubetti la polpa dell’anguria e frullarla finemente. Se disponete di una centrifuga, potete utilizzarla per ottenere direttamente il succo senza filtrarlo.
Stemperare in un tegame la maizena nel succo del limone e in quello di anguria necessario per diluire l’amido senza formare grumi. Incorporare lo zucchero e, a filo, il resto del succo di anguria.
Mettere la pentola sul fuoco e mescolare in continuazione finché il colore dal rosa diventerà di un bel rosso anguria brillante e inizierà ad essere più consistente e leggermente vischiosa. Appena raggiunge il punto di bollitura, levare dal fuoco.
Dividere il composto in 4 piccoli stampi spennellati con un velo d’olio di riso (o un unico stampo grande); lasciare intiepidire e poi sistemare qualche mora al centro di ciascuno. Sistemarli in frigorifero finché non saranno del tutto rappresi (meglio se per una notte).
Sformare le gelatine e decorare coi pistacchi, già tritati e tostati brevemente in una padella. Servire il dolce ben freddo.
Commenti recenti