il compleano del nonno
La scorsa settimana abbiamo festeggiato gli 80anni del nonno.
pomodorini con mousse di tonno e capperi; morbidini con broccoletti e cotto di Verona; bruschette con formaggio e spianata romana; rustici con wurstel e ketchup
risotto con carciofi e pancetta; olive all’ascolana; fritto di zucchine e patate; cotolettine di vitella; freselle pomodori e origano;
mille foglie con fragole e pesche; torta al cioccolato senza glutine; tagliata di frutta

Tagliolini 4P con pera, prosciutto, pistacchi e panerone
500g di tagliolini freschi, 2 pere, 100g di prosciutto, 10 pistacchi, 100g di panerone*, uno scalogno, olio sale e pepe
Mettete a soffriggere lo scalogno tagliato sottilmente, aggiungete il prosciutto tagliato a dadini, fate tostare un minuto e aggiungete una pera tagliata a fettine. Salate e pepate e fate cuocere fino a che la pera non si disfa (aggiungendo se necessario qualche cucchiaio di brodo caldo). Quando è la salsa è quasi pronta (un minuto prima di spegnere) aggiungete una noce di burro, poi aggiungete l’altra pera tagliata a cubetti molto piccoli e spegnete. Lessate la pasta molto al dente e conditela con il sugo di pere e prosciutto aggiungendo se necessario qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta (deve restare molto morbida), spolverizzate con i pistacchi tritati. Impiattate e mettete sopra il formaggio tagliato a lamelle.
*Il pannerone è formaggio tipico del Lodigiano che deve il suo nome alla panna, “panera” nel dialetto lombardo. E’ un formaggio fatto con il latte crudo ed è a pasta morbida, ma dal sapore deciso, abbinato alle pere, in particolare quelle decane che hanno una polpa succosa è un connubio di sicuro successo.
MadamaRicetta

Involtini rustici di pollo
500g di petto di pollo a fettine molto sottili, 8 fettine di speck, una grossa patata, rosmarino, salvia, burro, vino bianco, olio, aglio, sale e pepe
Sbucciate e tagliate la patata a bastoncini larghi 6/7 mm, passateli, per 5 minuti in una padella antiaderente con due cucchiai d’olio e il rosmarino, sale e pepe. Appiattite bene le fettine di pollo mettete al centro la fettina di speck e un bastoncino di patata, chiudete con uno stecchino. Rosolate in padella gli involtini con la salvia e uno spicchio d’aglio, sfumate con del vino bianco. Fate intiepidire e togliete gli stecchini. Prima di servire, scaldatali due minuti aggiungendo un cucchiaio di brodo e una noce di burro.
Potete servirli accompagnati da una insalatina da taglio condita con olio e limone, se volete una nota fresca, se invece è una giornata fredda meglio dei piselli scottati in padella con una cipolla.
Buon appetito Lorella

Crema pasticcera
1 litro di latte, 200g di tuorli (circa 9 tuorli), 210g di zucchero, 50g di maizena, 20g di farina, 20g di fecola, (se volete adoperare solo un prodotto usate 80g di maizena), aromatizzare con una stecca di vaniglia
Mettere 800g di latte a bollire con lo zucchero e la vaniglia. In una ciotola, a parte, sbattere i tuorli con le farine e 200g di latte. Aggiungere al latte bollente il composto di uova sbattute e continuare a mescolare con la frusta, appena riprende il bollore spegnere il fuoco e continuare a sbattere per qualche minuto.
Questa è un’ottima crema al cucchiaio, se invece volete usarla per farcire una torta aggiungete alla crema, appena tolta dal fuoco, 14g di gelatina in fogli precedentemente ammollati nell’acqua fredda e strizzati, e sbattete energicamente con una frusta, o uno sbattitore elettrico ad immersione e quando è fredda frullatela nuovamente con lo sbattitore elettrico ad immersione e aggiungete 250g di panna montata.
La panna alleggerisce la crema rendendola più soffice e la gelatina, la terrà ben ferma quando taglierete a fette la torta.
Se la consumerete abbinata alla frutta potete sostituire la stecca di vaniglia con la buccia grattugiata (solo la parte gialla) di un limone
Valentina

gnocco e chiacchiere
CHIACCHIERE DI CARNEVALE
350 g farina 00, 2 uova, 100 g zucchero, 1 bustina di lievito in polvere, 2 cucchiai di latte tiepido, 3 cucchiai di Malvasia, scorza di mezzo limone non trattato, cacao in polvere, zucchero a velo, olio di arachidi per friggere
Sciogliete il lievito nel latte tiepido. Setacciate la farina e disponetela sul piano di lavoro a fontana, mettere al centro le uova, lo zucchero il lievito con il latte, la Malvasia, la scorza di limone grattugiata e un pizzico di sale. Lavorate il tutto con le mani fino ad ottenere un impasto elastico. Fatene una palla, coprite e lasciate riposare per un’ora. Poi con un mattarello stendete la pasta in una sfoglia sottilissima e con la rotella dentata tagliate dei rettangoli. Friggete in immersione in olio bollente (circa 180°) finché avranno preso un colore dorato. Scolate, fate raffreddare e spolverate di zucchero a velo o di cacao in polvere.
GNOCCO FRITTO
500 g di farina bianca 0, 25 g di lievito di birra, 15 g di sale, aghi di rosmarino, 1 litro di olio di arachidi, 100 g di parmigiano grattugiato,
Sciogliete il lievito nell’acqua tiepida e incorporatevi la farina, aggiungendo il rosmarino tritato finemente e il sale. Lavorate il tutto con le mani fino ad ottenere un impasto compatto e lasciate lievitare per un’ora. Scaldate l’olio in una casseruola capiente. Stendete la pasta con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia sottile, dividetela in strisce e ritagliate nella forma che preferite. Friggete, scolate in carta assorbente, salate leggermente e cospargete di parmigiano grattugiato.

QUATTRO CHIACCHIERE SU MIRO’
“Noi catalani riteniamo che sia necessario tenere i piedi ben piantati a terra se si vuole compiere un salto. Il fatto di potermi posare a terra di tanto in tanto mi consente di saltare più in alto.” (Joan Mirò)
Nato a Barcellona il 20 Aprile 1893, Joan Mirò farà del viaggio il tema dominante della sua vita; un percorso dentro se stesso e nell’arte, dal rosso delle rocce catalane ai colori di Parigi. Dai suoi viaggi tornerà sempre carico di colori e forme, di emozioni e stimoli che influenzeranno poi la sua produzione artistica. Determinanti si riveleranno per lui anche alcuni compagni di viaggio, brevi frequentazioni, amicizie ed incontri, da Picasso a Klee, portatori di suggestioni che entreranno a far parte della sua interiorità e che saranno destinate a rimanervi per sempre. Come molti artisti della sua generazione, egli desiderava esprimere qualcosa di infinito e minimale, per questo inizialmente si occupò di ricercare le sue radici affondate nella terra bruna di Catalogna provando poi a rappresentarle attraverso l’inafferrabile soffio vitale della pittura. Intorno al 1924 la conquista surrealista dell’inconscio cominciò a influenzare la sua produzione, in quell’anno appare il Primo manifesto surrealista e Mirò dipinse Il Carnevale di Arlecchino, un’opera all’interno della quale la straordinaria capacità di invenzione dell’autore venne esaltata dalla ricchezza formale e dall’attenzione per il dettaglio. Il dipinto rivelava uno straordinario schema compositivo, cioè una distribuzione su tutta la tela di pesi e contrappesi che, sotto forma di divertenti creature della fantasia, festeggiavano il carnevale all’interno di una stanza. Sulle note giocose di un chitarrista meccanico i personaggi cominciarono ad assumere forme familiari: il pupazzo della scatola sbuca fuori da un tronco, il pesce giallo giace sul tavolo, appare una scala, vi sono fiamme, stelle, foglie, coni, cerchi, dischi e linee. Ogni particolare ha un suo ritmo e allo stesso tempo è legato a quello degli elementi circostanti, la figura di Arlecchino non domina la scena ma è perfettamente inserita all’interno di una composizione più ampia dalla quale però non viene fagocitato, riuscendo così a mantenere l’equilibrio totale senza dominarlo. Il quadro che si presenta in apparenza come un sogno divertente e bizzarro, insieme ad altre opere simili, valse a Mirò la fama di “pittore infantile” (J.J.Sweeney, 1941), per via di quell’allegria e frivolezza senza pari. In realtà quello che ad un primo sguardo appare come una danza confusa e senza senso, è frutto, come lo stesso autore ebbe modo di dichiarare, di allucinazioni serali provocate dalla fame di intere giornate a digiuno, a cui in un secondo momento si univa la sperimentazione di dimensione, forma, colore e movimento. Senza volere entrare nel merito delle allucinazioni di Mirò, in tema di colore e movimento preferiamo unirci idealmente a quella festosa scorribanda dell’opera, con le maschere della nostra tradizione, Arlecchino e Colombina, Brighella e Corallina, Pantalone e Capitan Spaventa, per godere del Carnevale italiano, quello di una volta, tutto coriandoli e stelle filanti. Un Carnevale che si consumava per le strade, nelle case e non… nei Palazzi! E tra arte, maschere e feste, come la mettiamo con la gola? Piaceri che, come in ogni festa che si rispetti, debbono giocoforza essere luculliani. E così è, se pensiamo alle mille e più tradizioni gastronomiche che accompagnano il Carnevale italiano. Così chiacchierando qua e là, da nord a sud, diamo libero sfogo a nastri e losanghe, fettucce e quadrotti, rettangoli e rombi, tagliatela come più vi piace, la pasta dolce tirata sottile sottile con il mattarello, che si lascia liberamente plasmare dalla nostra fantasia. E parlando di bugie, lattughe, frappe e cenci, possiamo anche scoprire che se incontrano il sale possono diventare gnocco. E allora tuffiamoci per qualche giorno in un sano divertimento, indossiamo le meravigliose maschere della nostra tradizione, concedendoci anche, qualche eccesso gastronomico.
Cecilia Puleo
CHIACCHIERE DI CARNEVALE
350 g farina 00, 2 uova, 100 g zucchero, 1 bustina di lievito in polvere, 2 cucchiai di latte tiepido, 3 cucchiai di Malvasia, scorza di mezzo limone non trattato, cacao in polvere, zucchero a velo, olio di arachidi per friggere
Sciogliete il lievito nel latte tiepido. Setacciate la farina e disponetela sul piano di lavoro a fontana, mettere al centro le uova, lo zucchero il lievito con il latte, la Malvasia, la scorza di limone grattugiata e un pizzico di sale. Lavorate il tutto con le mani fino ad ottenere un impasto elastico. Fatene una palla, coprite e lasciate riposare per un’ora. Poi con un mattarello stendete la pasta in una sfoglia sottilissima e con la rotella dentata tagliate dei rettangoli. Friggete in immersione in olio bollente (circa 180°) finché avranno preso un colore dorato. Scolate, fate raffreddare e spolverate di zucchero a velo o di cacao in polvere.
GNOCCO FRITTO
500 g di farina bianca 0, 25 g di lievito di birra, 15 g di sale, aghi di rosmarino, 1 litro di olio di arachidi, 100 g di parmigiano grattugiato,
Sciogliete il lievito nell’acqua tiepida e incorporatevi la farina, aggiungendo il rosmarino tritato finemente e il sale. Lavorate il tutto con le mani fino ad ottenere un impasto compatto e lasciate lievitare per un’ora. Scaldate l’olio in una casseruola capiente. Stendete la pasta con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia sottile, dividetela in strisce e ritagliate nella forma che preferite. Friggete, scolate in carta assorbente, salate leggermente e cospargete di parmigiano grattugiato.

Farro all’abruzzese
Ingredienti per quattro persone: -250 g di farro spezzato, -200 g di guanciale di maiale ben stagionato, -mezzo peperoncino, -un bicchiere di salsa di pomodoro, -formaggio pecorino, -due cucchiai di olio extravergine di oliva, -una cipolla, -400 g di polpa di pomodoro, -basilico, -sale.
Tagliate il guanciale a dadini e fatelo soffriggere nell’ olio insieme alla cipolla tritata ed al peperoncino. Quando sarà ben rosolato aggiungete la polpa di pomodoro, il basilico e la salsa di pomodoro. Nel frattempo cuocete il farro in 1 litro e mezzo di acqua e dopo circa mezz’ora di cottura toglietelo dal fuoco, scolatelo, e mettetelo nella pentola con il sugo, fatelo amalgamare per qualche minuto -se necessario aggiungete qualche cucchiaio di acqua di cottura del farro-. Servite con abbondante pecorino grattugiato.
Gattocherampica

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