Archivi del mese: aprile 2014

Patate impacchettate

WP_20140220_0024 patate a pasta gialla di Avezzano, 8 fettine di lardo di Colonnata, sale pepe burro e rosmarino, 200 g di Philadelphia

Lavare le patate, sotto l’acqua corrente, con l’ausilio di una spugnetta per rimuovere bene la terra. Lessarle in acqua, e scolarle al dente, senza che si sfaldino. Tagliarle a metà incidere lievemente la superficie piatta e spennellare con del burro, salare e pepare. Spalmare sulla superficie uno strato di Philadelphia, mettere un pizzico di rosmarino e avvolgere con una fetta di lardo di Colonnata. Passare in Forno a 180° per qualche minuto. Servire calde.

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Tempura…che frittura!

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Anche chi è troppo antiquato per apprezzare sushi, sashimi e altre prelibatezze nipponiche a base di pesce crudo, non può non apprezzare un bel piatto di tempura. È la magia del fritto: rende tutto buono. E in questo caso, accorcia distanze geografiche e culturali considerevoli, per regalarci l’illusione che in fondo la cucina giapponese non sia troppo diversa dalla nostra. Piatto a base di frittura di gamberi, calamari o verdure, la tempura infatti ricorda tanto certe sportine di pastellati servite per antipasto in quasi tutte le trattorie d’Italia. Eppure è molto diversa. La sua particolarità consiste, oltre che in una maggiore leggerezza, in una coltre di sottilissimi ricciolini croccanti che rendono il fritto più gustoso che mai. Il segreto? Lo shock termico e qualche grumo di troppo. Confrontando le ricette, si scopre infatti che gli ingredienti base della pastella son sempre gli stessi (acqua, uova e farina), ma gli chef di Tokyo mescolano il tutto in una ciotola immersa in cubetti di ghiaccio e non si preoccupano di ottenere un impasto troppo omogeneo, lasciando qua e là qualche grumo di farina. Usano inoltre sempre acqua frizzante, accorgimento che tuttavia si trova anche in alcune delle nostre ricette. Il contrasto tra la pastella gelata e l’olio a 180 gradi dona al fritto quel non so che di brioso che manca ai nostri calamari. A ben vedere però anche di questo segreto possiamo prenderci un po’ il merito. Pare infatti che il nome ‘tempura’ provenga dalla dicitura cristiana ‘quattro tempora’ e fa riferimento ai tre giorni iniziali di ogni stagione quando i missionari gesuiti giunti in Giappone si astenevano dal mangiare carne, facendo evidentemente grandi scorpacciate di verdure e pesce fritti…

Silvia Gusmano

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L’incontro tra oriente e occidente in cucina

istambulIstanbul è un miscela di arti, suoni e profumi, un fascino tutto particolare da scoprire e provare.  Non è facile fare un abbreviato della cucina turca, sicuramente si può dire che l’incontro tra la cucina orientale e quella occidentale ha il suo momento più alto nella gastronomia turca dove la sintesi tra i vari ingredienti e le varie ricette è la meglio riuscita. Un’arte consolidata nel tempo che non teme confronti, e collocandosi tra le migliori cucine del globo, è sicuramente tra le più varie del Mediterraneo. Profumata, ricca di spezie ed estremamente varia, la cucina ottomana intercala carni, riso e tantissime verdure in un mix di sapori originali, l’uso delle spezie, ingrediente principale della cucina orientale, è sempre presente ma non preponderante, dosate con equilibrio danno carattere e originalità ai piatti senza coprirne il sapore. Inoltre l’uso dell’olio d’oliva -assente nella cucina asiatica- rende i piatti più gustosi e leggeri.
kebabPasseggiando tra viuzze e piazze, il profumo dei Kebabbari è preponderante. Senza dubbio il kebab è il piatto turco più diffuso e il più popolare nel mondo. Un mix di carni arrostite con agnello, manzo e pollo -mai di maiale assolutamente vietato in Islam-, fatte prima macerare con odori e spezie (origano, peperoncino, menta coriandolo, cumino ecc…), infilzate su uno spiedo verticale e cotte vicino ad una fonte di calore. Tagliato sottilissimo e con l’aggiunta di verdure e salse è servito all’interno di panini o della yufka, un tipo di pane più simile a una piadina, al ristorante o per strada. Un piatto molto appetitoso e i turchi ne vanno molto orgogliosi, ogni ristorante ha un addetto al kebab, che con dei coltelli lunghi e sottili, che maneggia abilmente come fossero delle spade, affetta la carne con cura affinché sia sempre ben cotta e ma al contempo morbida e succosa.

yougurtInsieme al Kebab, di questo viaggio nella cucina turca, ricorderò lo yogurt. Da solo o in compagnia è l’elemento principe. Dalla colazione del mattino -servito bianco con il loro buonissimo miele- all’antipasto – dove è miscelato con aromi, di menta, finocchio, prezzemolo, o spezie, servito con pane o crostini- per poi trasformarsi poi in ingrediente base nella preparazione di zuppe, secondi di carne e pesce e poi ancora in torte e pasticcini. I turchi ne rivendicano la primogenitura tanto da avergli dato il nome che è rimasto pressoché invariato in tutte le lingue: yoğurt. Per chiudere vi segnalo i dolma (che in turco significa “ripieno”), involtini fatti con foglie di vite sbollentati e ripieni di carne e/o riso o con grano e verdure, in tantissime varianti, sempre speziati, al sugo o in bianco accompagnati, anche loro dall’immancabile yogurt.

Delle pietanze che mi son piaciute di più, provo a darvi qualche ricetta:

Riso pilaf alla turca, gli spiedini: Adana Köfte e la Crema di melanzane alla turca

Dei dolci splendidi alla vista e buonissimi da mangiare vi regalo qualche foto.

tortedolci

Ivana Santomo

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Riso pilaf alla turca

riso pilaf

Il riso pilaf è una ricetta di origine Turca, ma molto utilizzata in tutto il Medio Oriente. Semplice da preparare è un abbinamento costante a primi, secondi di carne o pesce e verdure. Nonostante la sua origine turca, il riso pilaf si fa con il riso Basmati, dal chicco lungo e sottile, coltivato in India, nella zona dell’Himalaya. La caratteristica del riso pilaf in Turchia è la frutta secca come pinoli o  pistacchi, sempre presenti all’interno del riso e che gli regalano una nota croccante, oppure e cotto con i ceci o bianco aromatizzato con chiodi di garofano e cannella.

Sciogliete un cucchiaio di sale in acqua bollente e metteteci  il riso basmati a bagno per 30 minuti. Sciacquate e scolate bene e lasciatelo asciugare.  Mettete l’olio in una casseruola e a fuoco dolce e fate rosolare la frutta secca che avete scelto, finché assume un bel colore dorato. Togliete la frutta secca dalla pentola aggiungete una noce di burro e aggiungete il riso. Fatelo insaporire per qualche minuto aggiungete del brodo bollente, chiudete con un coperchio e lasciate cuocere, senza mai girare, a fuoco lento per circa 20 minuti. Quando è pronto aggiungete la frutta o i ceci che avevate soffritto in precedenza e servite. Il riso non va scolato quindi è necessario misurare prima la quantità d’acqua necessaria. In genere la quantità di acqua e di riso sono uguali, quindi prima di mettere il riso ammollo misuratelo con un recipiente e preparare la stessa quantità di acqua o brodo.

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Crema di melanzane alla turca

patè di melanzane2 melanzane il succo di un limone, olio d’oliva, aglio e prezzemolo

Lavate le melanzane e lasciandole intere foratele con una forchetta. Mettetele su un foglio di carta da forno e cuocete in forno a 180°C finché non diventano soffici all’interno, vale a dire per circa 40 minuti. Lasciatele raffreddare, tagliatele a metà e raccogliete la polpa con un cucchiaio. Mettete la polpa tritata in mixer e aggiungete il succo di un limone, l’olio, l’aglio e il prezzemolo finemente tritati, aggiustate di sale. A questa purea potete aggiungere tutte le spezie che volete caratterizzando il sapore, a me piace semplice, servita calda o fredda su crostini di pane.

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Adana Köfte

spiedini di carne2 scalogni, foglioline di menta, paprica, peperoncino, 1 tuorlo, 400g di carne di manzo, la buccia di un limone, sale, pepe e olio e.v.o.

In una ciotola riunite la carne tritata, gli scalogni sbucciati e tritati, le foglioline di menta, il tuorlo, la buccia di limone, il pangrattato, la paprica, il peperoncino, sale e pepe. Lavorate bene il tutto fino a ottenere un composto omogeneo. Formate con questo 20 palline e infilzatele su quattro spiedini di metallo o stecchini di legno. Schiacciatele un poco e fate rosolare gli spiedini in olio molto caldo per 4-5 minuti, oppure cuoceteli sulla griglia. Serviteli subito, accompagnandoli a piacere con pane e decorando con le foglioline di menta.

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La Casa nel bosco

la casa nel boscoMescolare racconti e ricette è ormai diventato un nuovo genere letterario. Da “Afrodita” di Allende, a “Un filo d’olio” della Agnello Hornby, i confini che separano i generi letterari si sono liberamente amalgamati dando vita a racconti di vita dove i ricordi si legano ai sensi. In questo filone, troviamo “La casa nel bosco”, l’ultimo libro di Gianrico Carofiglio scritto a quattro mani insieme al fratello Francesco. Un viaggio attraverso alcuni flashback della loro infanzia cadenzati dal ricordo degli odori:
«A pensarci, quello era un mondo in cui c’erano più odori. Non so come dirlo.
Odori di ogni genere. Buoni e cattivi.»
«Secondo me la questione è diversa. Eravamo noi a sentire gli odori perché eravamo bambini.
Abbiamo smesso diventando grandi.»
«Abbiamo smesso di sentire gli odori?»
Dall’odore della sansa, all’odore di benzina, dal caffè della moka alla pasta al forno della nonna. Un insieme di sapori e sensazioni, ripercorsi attraverso ricordi a volte netti a volte confusi, in un battibbecchio continuo, dove spesso i due autori si mescolano, si perdono e si ritrovano. Per tutti i fan, giovedì 3 aprile, alle 18.30, Gianrico e Francesco Carofiglio presentano, al Centro Congressi Eataly di Roma, il loro nuovo libro: “La casa nel bosco”, nelle insolite vesti di chef, dove si cimenteranno nella realizzazione di una ricetta di famiglia -tra le tante pubblicate in appendice al libro-, sotto l’attenta supervisione dello chef Fabio Nitti. Buona lettura e buon appetito!
Ivana Santomo

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Le reti di Radi

radi2Sette donne, una barca, reti piene di pesce, squisiti vasetti consegnati in molte città e diverse regioni. È la realtà di Bio&mare (www.bioemare.it), prima e unica cooperativa femminile di pesca in Italia. A fondarla, cinque anni fa, sul molo di Marina di Carrara, Radoslava Petrova, nata nel 1974 a Plodvid in Bulgaria e giunta in Toscana nel 1998. A gesdtirla oggi con lei, altree sei donne di età e nazionalità diverse, con la stessa passione per il mare e la stessa inesauribile energia. “La vita del pescatore è tosta – racconta Radoslava, nota a tutti come Radi – c’è la sveglia a notte fonda, il peso del lavoro, le bizze del mare, la concorrenza e, soprattutto all’inizio, una certa diffidenza da parte dei colleghi uomini”. Al fianco e all’ombra di questi colleghi tutto è cominciato, quando Radi affascinata dal mare e stufa di mantenersi con lavori di fortuna, ha chiesto alla Cooperativa di pesca Maestrale, di poter collaborare con loro. E ha cominciato come segretaria. In poco tempo, grazie alla sua creatività e al suo entusiasmo, è diventata preziosa per gli affari di quei lupi di mare poco avvezzi a lavorere con le donne e ha convinto il suo capo a misurarsi su una strada nuova: produrre vasetti di salsa con gli avanzi e gli scarti del pesce che andavano sprecati. Nella Bulgaria comunista dove è cresciuta, Radi infatti, era abituata a non buttare niente e a trasformare in sughi e conserve tutto il cibo inutilizzato. L’idea si rivela vincente. I barattoli della Maestrale vanno a ruba e poco dopo Radi decide di mettersi in proprio con un progetto che attira altre donne già attive, seppur con ruoli subalterni, nel mondo della pesca. Si procurano una barca e si rimboccano le maniche. “L’assenza di uomini – spiega Radi ridendo – è una casualità…o meglio una scelta loro che non hanno mai chiesto di unirsi a noi, non nostra!” La collaborazione con i vecchi colleghi comunque continua, anzi la maggior parte della materia prima che la Bio&mare trasforma in sughi rigorosamente biologici proviene dalla pesca della Maestrale.  Gli affari per fortuna vanno a gonfie vele, i vasetti vengono venduti soprattutto tramite GAS (gruppi di acquisto solidale) bel oltre i confini della Toscana e Radi e le sue compagne hanno conquistato una certa notorietà a livello mediatico e diversi premi e riconoscimenti per la loro attività imprenditoriale. E la crisi? “Tutti la sentiamo – spiega Radi – ma io sono convinta che la crisi in corso sia prima di tutto spirituale. Spesso la gente non crede abbastanza nei propri sogni e non trova la forza per trasformarli in realtà. La chiave del successo è credere in ciò che si fa e impegnarsi a realizzarlo con passione e coraggio…”
Silvia Gusmano
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Pesce e Verdure

TERRINA DI POLPETTI,  FUSILLI CON VONGOLE E BROCCOLI,  CALAMARI E CARCIOFI

Pesce e verdure non è soltanto un imperativo della dieta, ma anche un connubbio fantastico, dove i sapori si esaltano a vicenda. Quindi prima che spariscano dai nostri banchi broccoli e carciofi dovete provare questo menù, realizzato a quattro mani: dalla nostra corrispondente da Lugano Valentina, la terrina di polpetti e i fusilli con vongole e broccoli, e i calamari e carciofi sono di MadamaRicetta. Buon appetito!

TERRINA DI POLPETTI

SAM_15201 kg di polipetti veraci, 400 gr di pomodorini, 10 olive nere denocciolate, vino bianco, aglio, prezzemolo, peperoncino e olio d’oliva

Puliamo i polpetti (meglio se lo ha già fatto il pescivendolo). In una pentola (se possibile un tegame di coccio) mettiamo 3/4 cucchiai d’olio di oliva e aggiungiamoci uno spicchio d’aglio e il peperoncino. Aggiungiamo ½ bicchiere di vino bianco e i pomodorini a piccoli pezzetti, le olive sminuzzate, ed i polpetti. Facciamo cuocere per circa 40 minuti, a fiamma bassa, senza mai aprire la pentola (è questo il segreto). Servite in piccole terrine con una fetta di pane tostato e spolverizzate con abbondante prezzemolo.

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FUSILLI CON VONGOLE E BROCCOLI

SAM_1524500 gr di fusilli freschi, 1 piccolo broccolo romano, 1 kg di vongole, 2 alici sott’olio, aglio, peperoncino, vino bianco, olio e sale

Pulite dividendolo in piccole cimette e cuocete il broccolo lessandolo in poca acqua leggermente salata.
Fate soffriggere 1 spicchio d’aglio in un tegame capiente col peperoncino. Aggiungete le vongole e fatele aprire unendo un bicchiere di vino bianco. Appena si aprono toglierle dal fuoco e tenere da parte il liquido di cottura. In una padella capiente, dove potete ripassare la pasta, soffriggete uno spicchio d’aglio e un peperoncino, unite le alici e, quando sono sciolte, eliminate l’aglio e aggiungete il broccolo, dopo due minuti le vongole e il liquido di cottura filtrato. Nel frattempo lessate i fusilli in abbondante acqua salata, scolateli al dente e fateli insaporire nel tegame con vongole e broccoli.

CALAMARI E CARCIOFI

seppie patate e carciofi1 kg di calamari piccoli, 4 carciofi, un limone, aglio, peperoncino, prezzemolo, vino bianco, olio e sale

Pulite i carciofi e tagliateli a spicchi. Tuffateli in un recipiente con acqua fredda acidulata con limone. Cuoceteli in palella con 3/4 cucchiai d’olio d’oliva e uno spicchio d’aglio. Pulite i calamari e tagliateli ad anelli e tagliate i tentacoli in due o tre pezzetti. Schiacciate 1 spicchio d’aglio e fatelo imbiondire in una padella con 3/4 cucchiai d’olio, eliminate l’aglio, unite i calamari, fateli saltare brevemente e poi aggiungete 1 dl di vino che farete evaporare, Continuate la cottura per circa mezz’ora, unendo poco brodo caldo se dovesse asciugarsi troppo. A fine cottura regolate di sale e unite i carciofi, fate cuocere insieme per 4/5 minuti. Servite con una fettina di pane tostato e spolverizzati di prezzemolo.

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CALAMARI E CARCIOFI

seppie patate e carciofi1 kg di calamari piccoli, 4 carciofi, un limone, aglio, peperoncino, prezzemolo, vino bianco, olio e sale

Pulite i carciofi e tagliateli a spicchi. Tuffateli in un recipiente con acqua fredda acidulata con limone. Cuoceteli in palella con 3/4 cucchiai d’olio d’oliva e uno spicchio d’aglio. Pulite i calamari e tagliateli ad anelli e tagliate i tentacoli in due o tre pezzetti. Schiacciate 1 spicchio d’aglio e fatelo imbiondire in una padella con 3/4 cucchiai d’olio, eliminate l’aglio, unite i calamari, fateli saltare brevemente e poi aggiungete 1 dl di vino che farete evaporare, Continuate la cottura per circa mezz’ora, unendo poco brodo caldo se dovesse asciugarsi troppo. A fine cottura regolate di sale e unite i carciofi, fate cuocere insieme per 4/5 minuti. Servite con una fettina di pane tostato e spolverizzati di prezzemolo.

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Madama Ricetta nasce all’ombra del Senato dall'alleanza di tre colleghe ... leggi la storia

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per chi ha perso la puntata del 14 novembre a Cuochi e Fiamme, con la partecipazione della nostra corrispondente da Lugano Valentina Arena, trova qui il link per rivederla.

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