Cecilia Puleo da Monreale (Palermo)
CHI SONO
Sono Cecilia e vivo a Palermo. Amo le parole ed i suoni, i colori ed i sapori e penso che l’arte e la creatività siano il sale della vita. Ho 52 anni e sono ancora alla ricerca di nuove cose da fare e da sperimentare. La mia cucina è un piccolo laboratorio di nuove alchimie e di sapori che possano creare armonia e bellezza. Contrariamente a tutto questo il mio lavoro non ha molto di colorato o creativo, sono un’ impiegata e ogni giorno faccio i conti con il cartellino da timbrare,le scadenze, le scartoffie etc.. Ma forse è proprio tutta questa monotonia e anche un po’ di noia che fa volare i miei pensieri e le mie idee. Consiglio a tutti di colorare le giornate un po’ grigie con fantasiosi esperimenti in cucina e di riciclare qualche momento di tristezza con un bricolage di dolci coccole.
FACCIO ANCHE
Quando non faccio l’impiegata e quando non cucino, dipingo.
Mi piace riprodurre opere di grandi autori. Ogni quadro è un viaggio nel passato in cui le curiosità biografiche e lo studio delle tecniche pittoriche mi permette di incontrare personaggi estremamente interessanti.
Ultimamente sto anche cominciando a realizzare dei lavori tutti miei.
Se volete potete anche vederli visitando il mio blog di pittura: www.ceciliapuleo.wordpress.com
GLI AMANTI DI ESCHER A TAVOLA CON CUPUDO
BOCCONCINI DI UOVA CON CREMA ALLE PERE,
GNOCCHETTI DI ROBIOLA AL RADICCHIO,
MOUSSE LEGGERA
Due spirali confluiscono l’una nell’altra, rappresentando, a sinistra, la testa di una donna e a destra quella di un uomo. Questi, come un nastro senza fine, con le fronti congiunte, formano un’ unità doppia.” Maurits Cornelis Escher
Finissimo intellettuale Escher (Olanda 1898-1972) inizia la sua formazione intraprendendo gli studi di architettura che condizioneranno inevitabilmente la sua produzione artistica che ruoterà intorno a un concetto unico e fondamentale, quello dello spazio. Uno spazio, però, che non è la semplice riproduzione su un piano dell’ambiente tridimensionale circostante secondo le leggi della prospettiva scientifica , ovverosia di quell’insieme di regole derivate dalla geometria descrittiva che permettono, dal Quattrocento in poi, di riproporre in modo illusorio la terza dimensione sul piano bidimensionale. Il tema indagato da Escher si sviluppa infatti sulla base di accorgimenti geometrici che vanno a creare le situazioni limite nelle quali la percezione dello spazio è incerta, ambigua, e gli elementi che lo popolano possono essere detti “oggetti impossibili”. (Marco Bussagli) Escher inoltre diceva: “Le idee che stanno alla base delle mie opere derivano dalla mia ammirazione e dal mio stupore nei confronti delle leggi che regolano il mondo in cui viviamo. Chi si meraviglia di qualcosa si rende consapevole di tale meraviglia. … leggi tutto
FACCIAMO IL PUNTO SU SEURAT E A PRANZO puntini, puntini, puntini!
Georges Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte, 1883-85
Georges Seurat (1859-1891), fu il pittore che creò il movimento post-impressionista. Egli giunge a risultati di massima brillantezza utilizzando il melange optique, ovvero la fusione ottica dei colori. L’occhio ha una capacità di risoluzione che lo porta a distinguere due puntini tra loro accostati se questi non sono troppo piccoli. Se i puntini diventano eccessivamente piccoli o se aumenta la distanza dell’osservatore dai due puntini, l’occhio dell’osservatore non ha più la capacità di separare i due puntini e se sono di colore diverso, un terzo colore dato dalla somma dei due, si fonde nella retina dell’osservatore. Pertanto, secondo le teorie di Seurat, un occhio, guardando dei puntini blu e rossi, vede un viola più luminoso di qualsiasi altro viola che si possa ottenere mescolando i pigmenti nella tavolozza. … leggi tutto
il menù
SFORMATINI CON PISELLI, PALLINE DI RICOTTA AL VERDE, FAVETTE CON CIPOLLA, STECCO DI PUNTINI
E non sarebbe interessante sapere sulle sponde della Grande Jatte come avrebbero pranzato quelle immobili ed austere figure? Noi dal canto nostro reduci dal pranzo di Pasqua e Pasquetta, dal week end del 25 Aprile e dal picnic del I Maggio, abbiamo realizzato che l’aria aperta, di fiume, di mare o di campagna, è sempre portatrice di quell’idea di leggerezza che ci porta a creare piatti freschi e gustosi, da consumare fuori porta o sotto la pergola di casa, ed è pensando anche al quadro di Seurat che metteremo in tavola un pranzo apostrofato dalla delicata brezza di primavera e da un tripudio di punti e puntini colorati.
“Noi catalani riteniamo che sia necessario tenere i piedi ben piantati a terra se si vuole compiere un salto. Il fatto di potermi posare a terra di tanto in tanto mi consente di saltare più in alto.” (Joan Mirò)
Nato a Barcellona il 20 Aprile 1893, Joan Mirò farà del viaggio il tema dominante della sua vita; un percorso dentro se stesso e nell’arte, dal rosso delle rocce catalane ai colori di Parigi. Dai suoi viaggi tornerà sempre carico di colori e forme, di emozioni e stimoli che influenzeranno poi la sua produzione artistica. Determinanti si riveleranno per lui anche alcuni compagni di viaggio, brevi frequentazioni, amicizie ed incontri, da Picasso a Klee, portatori di suggestioni che entreranno a far parte della sua interiorità e che saranno destinate a rimanervi per sempre. Come molti artisti della sua generazione, egli desiderava esprimere qualcosa di infinito e minimale, per questo inizialmente si occupò di ricercare le sue radici affondate nella terra bruna di Catalogna provando poi a rappresentarle attraverso l’inafferrabile soffio vitale della pittura. Intorno al 1924 la conquista surrealista dell’inconscio cominciò a influenzare la sua produzione, in quell’anno appare il Primo manifesto surrealista e Mirò dipinse Il Carnevale di Arlecchino, un’opera all’interno della quale la straordinaria capacità di invenzione dell’autore venne esaltata dalla ricchezza formale e dall’attenzione per il dettaglio. Il dipinto rivelava uno straordinario schema compositivo, cioè una distribuzione su tutta la tela di pesi e contrappesi che, sotto forma di divertenti creature della fantasia, festeggiavano il carnevale all’interno di una stanza. … leggi tutto
leggi la ricetta di gnocco e chiacchiere
DALI’ A QUI, GENIO E PRELIBATEZZE CHE PARLANO CATALANO
Fiero delle sue origini catalane, che rivendicava come un privilegio, Salvator Dalì nasce a Figueras nel 1904, e a tutt’oggi è considerato uno dei maggiori esponenti dell’arte moderna e genio indiscusso del novecento. Fu la sua insaziabile curiosità a portarlo ad occuparsi di svariate forme di arte infatti egli fu pittore, scultore, scrittore, cineasta, designer e sceneggiatore. Teatrale e innovativo Dalì rappresentò un’icona del movimento surrealista, egli realizzò una sua personale fusione di prospettive eccentriche e influssi controversi e, dando libero sfogo alla sua immaginazione selvaggia, immortalò nelle sue opere indimenticabili e suggestivi paesaggi onirici. Ispirato da Freud, Dalì attinse al proprio subconscio per dare vita a un’espressione artistica di maggiore intensità. Creativamente prolifico, realizzò 1500 dipinti insieme a sculture, disegni, film, abiti e gioielli. Le ossessioni più significative che caratterizzeranno la sua opera scaturivano dalle sue origini catalane. Si dice che il catalano consideri reale solo quello che può mangiare, capire, toccare, sentire e vedere. E Dalì non fece mistero di questo materialismo culinario: non so cosa faccio, so quello che mangio. Il suo fu un delirio quasi commestibile che si ripetè di tela in tela: negli orologi molli che colano come il camembert (sognato dal pittore), nelle innumerevoli Uova al tegame, senza il tegame o ancora nel pane antropomorfo. Inoltre, non c’è dipinto o ritratto o composizione di Dalì che, a prescindere dal soggetto, non abbia come sfondo elementi che ricordano l’unicità dei panorami costieri catalani con gli scogli dalle forme quasi antropomorfe a cui fanno eco i personaggi. …leggi tutto
IL RECUPERO SI TINGE DI ROSE
Come dicevamo, è arrivata l’estate e il gran caldo ci ha fatto tirar fuori i tavoli in terrazza, abbiamo insomma iniziato a goderci gli spazi aperti e le fresche e fantasiose cene suggeriteci da Madama Ricetta. Ma poiché la creatività è un flusso inarrestabile, qualsiasi momento è buono per proporre un allestimento colorato ed estivo del vostro living, meglio ancora se stizza l’occhio al recupero. Per prima cosa, non buttate più le vecchie lampadine (quelle non più a norma), smontate il meccanismo che contiene i filamenti luminosi (vedi le istruzioni) e attraverso un giro di fil di ferro al colletto della lampadina appendetele ovunque nel vostro terrazzo, tra rami di una pianta, in una ringhiera, tra la pergola o nella vostra cucina, riempitele d’acqua e utilizzatele come vasetti che conterranno piante aromatiche (basilico, prezzemolo, menta etc.) o a scopo puramente ornamentale con i fiori recisi. Otterrete così una scenografica natura in sospensione. …leggi tutto
PICNIC A GIVERNY
CHARLOTTE DI PANE MINI QUICHES DI RISO MINI CAKE DI CAROTE
Il giardino di Monet, gli iris – 1900
Per Claude Monet (Parigi 1840-1926)il giardino era la sua tavolozza e la sua casa che spariva tra le rose di Giverny, l’atelier dove trascorse la seconda metà della sua vita. Dopo avere raggiunto l’indipendenza economica intorno agli anni ottanta, egli poté permettersi di acquistare la casa di Giverny dove diede vita a un lussureggiante giardino percorso da fiumi di fiori, li si trasferì con la sua seconda moglie Alice e i loro otto figli. In questo giardino Monet pianificò una vera e propria architettura botanica dando a ogni fiore il suo posto e creando delle composizioni che sarebbero poi state i soggetti per i suoi futuri quadri. Nel suo giardino insolito ed esotico fece arrivare d’oltreoceano, nasturzi indiani, dalie, glicini, iris, tuberose messicane ed infine le ninfee dai madreperlati riflessi. Il giardino inondato dalla luce del sole fu il suo elisir di lunga vita, il suo regno della tranquillità e luogo di meditazione cosicché durante le giornate di pioggia scompariva depresso tra le pieghe del suo letto. Monet è stato il pittore della luce, delle giornate chiare, il pittore del cielo, della neve, delle nuvole che si riflettono nell’acqua.
PAUL KLEE TRA PITTURA E VITA DOMESTICA. Il colore anche nei piatti dei piu’ piccini.
TAGLIATELLE AL CACAO CON SUGO ALLA CANNELLA, CRIC CROC DI POLLO, ARANCINI DOLCI Oggi vogliamo entrare in punta di piedi nella stanza dei bambini. Tra giochi sparsi ovunque e tanti disegni appesi al muro, tutto ci parla di loro e del loro mondo incantato popolato da fate e streghe e poi una coloratissima tenda che cela una finestra aperta sul mondo, un mondo che prima o poi loro popoleranno da uomini e donne. E allora speriamo di averli voluti bene nella maniera giusta, né troppo forte da farli soffocare né troppo piano da non farglielo sentire, speriamo di non aver troppo deturpato quel mondo che da loro abbiamo preso in prestito e speriamo infine che sempre portino nei loro ricordi, l’idea di casa, il valore della tavola, il suo magico girotondo di sapori e poi non importa se a preparare è stata mamma o papà! Paul Klee (1879-1940) fu un ingegnoso e moderno artista che si avvalse di un’ampia gamma di stili che gli permisero di creare delicate opere che saturò di elementi onirici, tracce di musica e poesia e di un’arte primitiva frutto di una fusione stilistica a cui si affiancavano richiami al surrealismo, al cubismo e all’arte dei bambini. E sempre viste con gli occhi di bambino sembrano alcune delle sue opere , dominate da sagome fantastiche che ricordano le scatole di costruzione con cui giocavano i piccoli. Paul Klee nel 1906 sposò Lily Stumpf e si stabilirono a Schwabing dove condussero una vita dignitosa, lei affermata pianista dava lezioni di piano mentre lui si occupava principalmente di accudire ed educare il figlio Felix, anche durante una breve ma grave malattia che colpì il bimbo. Con questa spartizione di compiti i Klee si trovarono al di fuori delle convenzioni borghesi del tempo. Di fatto nei primi anni la sua vita artistica procedette molto lentamente, l’attività di uomo di casa gli sottrasse tempo e forza e nel momento in cui sua moglie decise di dedicare più tempo alle lezioni di musica, egli si ribellò. (…continua)
TUTTE LE DONNE DI KLIMT NEL GIALLO: ed è subito cena
Spiedino di patate e pomodorini, Sformato di riso cardi e zafferano, Filetto a vapore con salsa allo zafferano, Trionfo di giallo. Il colore giallo, variamente declinato, rappresenta nelle opere di Gustav Klimt un elemento predominante; il giallo degli sfondi, l’oro dei capelli o ancora l’ocra dei vestiti, perché è spesso il giallo che veste l’altro elemento indiscusso delle sue opere: la donna. Chi si avvicina per la prima volta alla pittura di Klimt, circa 220 opere suddivise tra pitture monumentali e dipinti, non può non notare la sua personale interpretazione dei soggetti femminili; inizialmente i visi da lui ritratti non erano neanche identificabili, in quanto volevano unicamente rappresentare la metafora di una certa élite sociale apatica, demotivata e vuota ormai al declino e delle condizioni di tutta la società alla fine della monarchia danubiana. La sua vita (1862-1918) coincise quasi per intero con la storia della Secessione viennese, quel vasto movimento culturale ed artistico nato a fine ’800 tra Germania ed Austria, che aveva come obiettivo la creazione di uno stile lontano da quello accademico e che coinvolse numerosi architetti e pittori dell’epoca in una Vienna che, in quel momento, era una delle capitali europee più raffinate e colte. …continua
NOTTE DI NATALE A CASA MATISSE
CARPACCIO DI ZUCCA ROSSA, CAPONATA DI MELE, SPAGHETTI BROCCOLI E VONGOLE, TORTA DI ALICI, CASSATA AL FORNO
Oggi non vogliamo raccontarvi di abeti e puntali o di scolpite natività tra un bue ed un asinello, bensì vogliamo proporvi di trascorrere questa magica notte in compagnia dell’indiscusso estro di Henri Matisse, detto anche il “poeta del colore”. Siamo nel 1951 quando nasce Notte di Natale, opera che abbandona significativamente i canoni estetici dell’epoca e vira verso una sintesi delle forme fino a trasformale in simboli plastici, attribuendo all’eloquenza di linee e colori, il dominio incondizionato della composizione stessa. Inizia da qui per Matisse una terza età appagata e produttiva, un periodo in cui, nonostante la malattia, egli esprime pienamente la gioia e la serenità dei suoi 82 anni. Saranno quindi estro e armonia coniugati a una vegliarda giocosità gli elementi che consacreranno la sua arte alla storia e alla pittura. La nuova tecnica diventerà per lui quasi momento taumaturgico ed occasione che gli consentirà di liberare finalmente sentimenti e sensi dalla prigione del corpo malato. Che importano l’età e la malattia? Pur non trattandosi realmente di fede, egli concepirà una chiesa, consacrata all’arte, senza altro Dio che quello familiare che evocherà con affetto nell’ apoteosi dei papiers dècoupès Notte di Natale, conservato oggi al Museum of Modern Art di New York. (…continua)
PASTEGGIAR SOTTO GLI OMBRELLI DI RENOIRE
FUNGHI RIPIENI DI PASTA SALSICCIA ALL’UVA TORTA ALLA ZUCCA
Un saluto agli acquazzoni invernali, all’odore di terra bagnata e all’aria umida e festosa che corre sotto un bisticciar di ombrelli, quelli di Renoire. Gocce d’acqua su di un fotogramma che fissa uomini e umori, in un’ambientazione gioiosa che conduce al domestico calore di un camino e di una grande cucina affollata di amici. …continua
Il Cubismo dalla tela alla tavola
Destrutturazione di Riso, patate e cozze,
Destrutturazione di Sarde a beccafico,
Destrutturazione di Caffè
L’artista raccoglie emozioni che vengono da ogni parte: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una forma che passa, da una tela di ragno. Proprio per questo non si deve far distinzioni tra le cose, le quali non sono stratificate per classi.(Pablo Picasso -1935)
Ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, ma ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole. (P.P.) … continua
Guardate il nuovo menù della ruprica piatti e pennelli:
cena per due: il cielo lo ha messo Van Ghog
GNOCCHETTI ROSE’, INVOLTINI DI PESCE SPADA,
TORTINO AL CIOCCOLATO E PEPERONCINO
Notte stellata sul Rodano, non evoca afrodisiache prelibatezze, bensì un cibo semplice negli elementi, sofisticato al palato e foriero di intriganti atmosfere. Per Vincent Van Gogh la pittura di notte fu una vera sfida che lo incuriosì a tal punto da spingerlo a riprodurre anche lo scintillio della luce artificiale dei lampioni, considerata una novità per il periodo, riflessa nelle acque del fiume.
Guardate il mio menù di primavera sul filo di zucchine e menta
BRUSCHETTE CALDO FREDDO, LA PRIMAVERA NEL RISO, POLPETTINE DI SALSICCIA CON SALSA ZUCCHINE E ZENZERO, FINTO TIRAMISU’
Guardate il mio menù A cena con Guttuso
POLPETTINE DI ALICI CON GRANITA DI POMODORO, SPAGHETTI CON ALICI E FINOCCHIETTO, TORTINO DI MELANZANE E ALICI, ANGURIA IN COPPA
Guardate la mia rubrica piatti e pennelli
MARC CHAGALL: BIANCOMANGIARE
L’arte, secondo Chagall, era uno stato d’animo che si manifestava attraverso simboli soggettivi e non convenzionali è così che per chi ama cucinare, la cucina può diventare una terra di mezzo dedicata alla libertà d’espressione. Imparando ad accostare colori e sapori, immagini e profumi, si può intraprendere un simpatico percorso sensoriale, un ipotetico giro per musei, concedendosi il lusso di… rimanere a cena! Dopo Botticelli e Guttuso stavolta prenderemo un dolce con Chagall e per il prossimo incontro d’eccezione ci diamo appuntamento a Settembre.
Buona estate! (…continua)
QUALCHE RICETTA
GIRELLA DI MARE
Ingredienti:
500g di pece spatola
1 arancia
Pangrattato
Grana grattugiato
Semi di finocchio
2 pomodori secchi sott’olio
1 scalogno
1 cucchiaio di uvetta
Olio e.v.o. sale e peperoncino
Mettere a bagno l’uvetta in pochissima acqua tiepida. Soffriggere lo scalogno tagliato a rondelle con tre cucchiai d’olio, aggiungere i semi di finocchio, l’uvetta scolata, e i pomodori tagliati a listarelle. Spegnere il fuoco e aggiungere il pangrattato, il succo e a scorza grattugiata di 1 arancia e infine il formaggio. Pulite e sfilettate il pesce lasciando intere le due metà (meglio se lo facciamo preparare dal pescivendolo a filetti). Mettere su ogni filetto di spatola metà della farcia preparata e arrotolare, formando una girella, fermandola con uno stecchino lungo da spiedino. Prendere una teglia foderarla con carta da forno e mettere la girella in piedi, cospargerla con la farci rimasta e irrorare bene con dell’olio a filo. Infornare a 180g per 15 minuti.
RISO SALMONE E TONNO
Ingredienti per 4 persone:
Riso per insalate gr.500
Salmone affumicato gr. 250
Tonno sott’olio gr.500
Favette fresche al netto della buccia gr.200
Fettine di speck 6
Scorza e succo di 1 limone
Olio q.b.
Sale e pepe q.b.
Lessa il riso del tipo insalata, e in una ciotola mescolalo con il salmone affumicato e il tonno sott’olio. Amalgama il tutto con, olio, succo di limone, scorza di limone grattugiata, sale, pepe e un le favette private da entrambe le bucce, metti in frigo e fai riposare.
Intanto prendi le fettine sottili di speck, mettile su della carta forno in una teglia, inforna a 100° per circa trenta minuti, quando sarà diventato sufficientemente biscottato, fai raffreddare, fanne una polvere e con essa cospargi l’insalata di riso.
GATEAU DI PATATE E ALICI
Ingredienti per 4 persone:
Patate 5 piuttosto grosse
Uovo 1
Stracchino gr. 250
Alici eviscerate gr. 300
Menta fresca
Linone 1
Pangrattato
Olio – sale – pepe q.b.
Lessa le patate, ancora calde schiacciale e condisci con olio, sale, pepe, tuorlo, scorsa di limone grattugiata, foglioline di menta e lo stracchino.
Prendi delle cocottine di alluminio, , cospargile di olio e pangrattato, e fai dei suoli alternando il purè a delle alici (eviscerate, spinate e completamente aperte), comincia e finisci con il purè, cospargi di pangrattato, un filo di olio ed inforna in forno caldo (250 °) fino a quando si saranno gratinate.
TONNO AL SESAMO CON RIDUZIONE AL MARSALA
Ingredienti per 4 persone:
Tonno fresco gr.500
Sesamo
Marsala 200 cc.
Miele di acacia o millefiori 1 cucchiaio
Fecola di patate 1 cucchiaino
Burro 2 cucchiaini
Sale q.b.
Prepara la riduzione, mettendo in un tegamino il marsala con un cucchiaio di miele di acacia o millefiori, fai ridurre per circa 5 minuti alla fine con una frusta stempera un cucchiaino di fecola di patate e 2 cucchiaini di burro, un pizzico di sale.
Fai il tonno a cubi o a fettine spesse, passale nel sesamo e falli scottare dai 4 lati su di una piastra molto calda per pochi minuti ( deve cuocere all’esterno e rimanere rosa all’interno). A cottura ultimata servi il tonno con la riduzione di marsala.
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