Come farfalle in volo: le mani di Candida nel romanzo Per infiniti giorni
«A cucinare aveva imparato da Candida. Da piccola si sedeva in un angolo della cucina e la osservava. Aveva gesti lenti, ma sicuri e ogni tanto alzava gli occhi e sorrideva. Il momento più bello era quando tirava la sfoglia. Candida scavava al centro un mucchietto di farina e lo riempiva di rossi d’uovo che faceva scendere dopo aver rotto i gusci con un colpo secco. Poi affondava le mani e le muoveva leggere come farfalle in volo. Era quel movimento a fare la magia: la polvere bianca diventava un pane morbido, profumato, appena giallo. “Ora lasciamolo riposare”, diceva e copriva l’impasto con un panno bianchissimo. Più tardi, facendo scivolare il mattarello sulla spianatoia, trasformava quel pane tondo in un grande foglio che faceva volteggiare in aria finché, diventato sottilissimo, lo ripiegava più volte e lo tagliava, la mano destra che, inclinando veloce il coltello, faceva un rumore secco sul legno. A quel punto tirava su i fili e li posava su un grande vassoio dopo averli arrotolati in forma di nidi. “Ti piace cucinare?”, le aveva chiesto un giorno Regina. “Certo che mi piace”. “Perché?” “Perché vi voglio bene”. Per Regina cucinare era rimasto questo, preparare qualcosa di buono per chi si ama». Candida, angelo del focolare e maestra di vita vera, è una delle figure femminili più suggestive dell’ultimo splendido romanzo di Francesca Romana de’ Angelis, Per infiniti giorni (Passigli Editori 2014, pag. 197, euro 18,50). Nello scorrere veloce e spesso drammatico della vita di Regina e della sua famiglia, seguita per più generazioni, Candida è rifugio sicuro e nido accogliente, è la mano che sa custodire, “cioè proteggere, aver cura, nutrire, amare”, è “la miscela Frank, fumante e addolcita da qualche goccia di latte condensato” che risolleva lo spirito nei momenti più cupi, è la saggezza popolare che non conosce rassegnazione e, senza indugi, indica la via in mezzo alla tempesta. In una Roma sconvolta dalla guerra e dagli orrori dell’occupazione nazista e in una famiglia dove i tragici eventi della storia si intrecciano a vicende personali e sentimentali che appassionano il lettore, il consiglio – l’ordine – di Candida, al momento di raccogliere i cocci, è sempre lo stesso: “Te la riprendi adesso la vita”. Parole che sono un tutt’uno con i profumi, le premure e le invenzioni dei suoi piatti, laddove cucinare significa “preparare qualcosa di buono per chi si ama”.
Silvia Gusmano
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