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Calamari ripieni

Calamari ripieniingredienti per 4 persone

8 calamari di media grandezza, olive nere denocciolate, capperi, pomodori pelati, peperoncino, pangrattato, olio di oliva extravergine, aglio, prezzemolo, origano, vino bianco, sale e pepe.

Preparazione:

Pulite, lavate e preparate per la cottura calamari. Staccate e tritate i tentacoli, scaldate in una padella da frittura un poco di olio di oliva, uno spicchio di aglio tritato. Unite i tentacoli tritati, mezza dozzina di olive nere denocciolate e tagliate a metà. Aggiungete un pezzetto di peperoncino tritato, un cucchiaio di capperi frantumati, due cucchiai di prezzemolo, due pomodori pelati e vuotati dei semi e anch’essi tritati e quando tutto e ben dorato ed amalgamato, due o tre cucchiai di pan grattato. Mescolate bene il composto per qualche minuto e spegnete. Prendete i calamari aperti per metà, riempiteli col composto e cuciteli con uno stecchino o con filo da cucina. Scaldate in un tegame un altro poco di olio di oliva, fatevi colorire un altro spicchio di aglio tritato poi unitevi due o tre pomodori tritati, un poco di origano, sale e pepe. Adagiatevi i calamari col ripieno,  copriteli e cucinate a fuoco dolce per 30 minuti circa, aggiungendo a metà cottura mezzo bicchiere di vino bianco.
il gattocherampica

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Minicake al caffè, Il dolce preferito della mamma

cake al caffè250 gr di biscotti frollini, 100 gr di burro, 150 gr di zucchero, 500 gr di mascarpone, 200 gr di Philadelphia, 250 gr di yogurt greco, 200 ml di panna fresca, 100 ml di caffè ristretto, 12 gr di colla di pesce,  100 gr di cioccolato fondente, due cucchiai colmi di nutella

Tritare finemente i biscotti e mescolarli al burro sciolto precedentemente. Mettere i biscotti pressandoli bene sul fondo di uno stampo con il cerchio apribile (meglio se la foderiamo con della pellicola trasparente), livellandolo in modo uniforme e metterlo in frigo, se volete fare delle mono porzioni prendete degli stampini da una porzione e dividete l’impasto in 8 stampini.
Preparare il caffè e lasciarlo raffreddare. In una ciotola capiente mescolare bene il mascarpone con una frusta, aggiungendo lo zucchero, poi la philadelphia sempre e successivamente lo yogurt. Versare il caffè nella crema. Mettere la colla di pesce a bagno e poi  strizzarla. Portare la panna al punto di ebollizione, spegnere il fuoco e aggiungere la colla di pesce. Lasciate intiepidire e unite alla crema. e versarla sulla base di biscotti. Mettere in frigo 7/8 ore. Sformare la Cheesecake, se avete usato lo stampo unico, passare tutt’intorno con la lama di un coltello plastificato. Fondere a bagnomaria o nel microonde il cioccolato unito a due cucchiai di latte, aggiungere la nutella e spalmarlo uniformemente sulla superficie.

Valentina da Lugano

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Coniglio di mammà

coniglio1 coniglio circa 2,5 Kg., olio extravergine 1 mestolino, 1 rametto di Rosmarino, 2 spicchi d’aglio, 3 foglie di alloro, aceto, olio e sale q.b.

Procedimento

mondare il coniglio e lasciarlo nell’acqua, con un bicchierino piccolo di aceto bianco, circa sei ore, quindi spezzarlo a piccoli tocchi, metterlo in una padella adeguata e iniziare la cottura. Quando tutta l’acqua del coniglio sarà evaporata aggiungere gli odori, l’olio e il sale far rosolare un po’ e poi aggiungere sfumare con del vino bianco, aggiungete poca acqua per continuare, se necessario. La cottura dovrà durare non meno di due ore, a fuoco bassissimo (mammà diceva che il coniglio si cucina con una candela), la fiamma bassa serve affinché la carne non assumi sapore diverso da quello voluto,  in quanto se gli diamo una fiamma forte il coniglio potrebbe prendere un odore talmente sgradevole che potresti non mangiarlo più.

Il gattocherampica

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Pesto al pistacchio

pistacchi50 gr. di basilico tritato,
100 gr di parmigiano reggiano,
100 gr di olio extravergine di oliva,
1 spicchio di aglio rosso,
40 gr di pistacchi sbucciati.
Tutto insieme nel frullatore e il pesto è pronto!

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Antipasto all’italiana

antipasto al'italiana1 burrata, un ciuffo di basilico,
un ciuffo di rughetta, 4 fette di prosciutto crudo,
un cucchiaino di salsa di capperi,
10 pomodorini piccadilly,
sale, pepe, olio e.v.o.
Lavate ed asciugate la rucola e il basilico. Componete il piatto con la rucola, adagiate al centro la mozzarella, mettete da una parte il prosciutto e dall’altra i pomodorini tagliati a spicchi. Mettete sui pomodorini la salsa di capperi allungata con un po’ d’olio. Spolverizzate di sale e pepe e irrorate con un filo d’olio, decorate con il basilico.

Valentina

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Sformatino di cavolfiori con vellutata al gorgonzola

Ingredienti per 4 persone
500g di cavolfiore
1 cucchiaio raso di amido di mais
50g di parmigiano
1 uovo 
burro, sale, pepe, noce moscata
100g di gorgonzola
200ml di panna.
Lessare il broccolo in acqua salata, scolare bene e mettere nel mixer, aggiungere la noce moscata, il parmigiano, l’amido di mais, l’uovo, qualche cucchiaio di panna e aggiustare di sale e pepe. Prendere degli stampini ungerli con il burro e spolverizzare di pangrattato. Dividere il composto in quattro stampini e mettere in forno a 180° per 20 minuti. Nel frattempo scaldare la panna in un pentolino a fiamma bassissima e aggiungere il gorgonzola girando continuamente fino ad ottenere una crema. Mettere gli sformatini in piattini individuali e coprire con la salsa al gorgonzola.

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Antonella Bellanca

imprenditrice agricola per passione, convinta coltivatrice del metodo biologico, introdotto nella propria attività già dal 1994, quando essere in bio era considerato una “idea da matti”. Ho integrato i miei studi con vari corsi: da imprenditrice agricola, metodo biologico, erboristeria, agricoltura sociale, agriturismo. Insieme al mio compagno Alessandro portiamo avanti “Lo Scrigno di Rebecca”.

L’Azienda agricola è coltivata con metodo biologico certificato. E’ situata nel territorio della cittadina di Cisterna di Latina, antica Tres Tabernae, luogo di posta sull’Appia antica, utilizzata dagli antichi romani come sosta nei viaggi tra Roma e Napoli, e sede del ritrovamento dei ruderi di antiche terme e bagni turchi abbelliti da mosaici monocromi. Cisterna è anche il fulcro della zona di produzione del kiwi latino, come marchio I.G.P. Produciamo kiwi, uva da tavola Italia, olive da olio, ortaggi e frutta di stagione, erbe aromatiche. Lo Scrigno di Rebecca fa parte del circuito Wigwam come circolo di campagna e promuove iniziative culinarie legate al mondo agricolo.

I soci ricordano in particolare “il week-end con il porco”, visita culinaria nel mondo dell’”oro del contadino con degustazione di piatti tipici della campagna laziale e “l’erba nel piatto”, visita guidata nella campagna circostante con il riconoscimento, la raccolta e la preparazione dei piatti con le erbe spontanee commestibili, che crescono rigogliose sul terreno. Inoltre organizziamo gite guidate nelle località adiacenti come l’Oasi di Ninfa, splendido e incantato esempio di parco botanico. L’azienda ospita le scolaresche che introduce alla scoperta delle erbe spontanee, alla conoscenza del metodo biologico e all’assaggio di gustose preparazioni. Graditi ospiti sono 3 caprette, 4 oche, 3 papere, diverse galline, un cavallo, due asinelle e tre cani, oltre ospiti occasionali come ricci, fringuelli, cinciallegre, germani reali, che talvolta per un breve periodo ospitiamo, poiché smarriti o feriti, per curarli e nutrirli.

Se desiderate avere informazioni sulle iniziative organizzate da “Lo Scrigno di Rebecca”  potete inviare le vostre e-mail a questo indirizzo antonella.bellanca@gmail.com

L’erba nel piatto.

In questo spazio ci occupiamo della FITOALIMURGIA, l’etimo deriva dalla contrazione del latino alimentia urgentia ( nutrimento in caso di necessità) con l’aggiunta di fito per indicare che si tratta solo di piante.
Mentre alymos, che deriva dal greco, indica un alimento che calma la fame. Nel 1700 veniva usato questo termine per indicare quegli alimenti procurati da ciò che offriva la natura, senza la coltivazioni dei campi, durante i periodi di grave carestia. Ma dell’utilizzo delle piante spontanee commestibili, l’umanità se ne è servita come nutrimento dai suoi albori, quando ancora gli uomini non erano diventati ancora stanziali e non avevano ancora scoperto l’agricoltura.
Tutto questo preambolo per conoscere ricette antiche e nuove che possiamo preparare in economia, solo spendendo un po’ di tempo per fare qualche salutare passeggiata alla loro ricerca. E’ necessario però rispettare delle regole fondamentali per intraprendere questa ricerca:

1) se non si è sicuri della specie raccolta è meglio desistere e riprovare in primavera quando la presenza dei fiori rende più semplice l’identificazione della pianta;

2) evitare la raccolta vicino a coltivazioni trattate con prodotti chimici tossici, meglio un terreno abbandonato o coltivato con metodo biologico;  lungo le strade ad alto traffico a causa dei gas di scarico delle macchine; e naturalmente  sono da sconsigliare i giardini frequentati dai cani.

3) raccogliere solo la quantità che ci serve, evitando il saccheggio o la distruzione delle specie, la prossima volta non ne troveremmo più!

Raccogliere le erbe diventa così una passione salutare. La passeggiata, la distensione, l’aria pura e l’evasione, il contatto con il mondo naturale ormai sconosciuto ai più, sono fattori importanti per il nostro benessere; senza contare poi la soddisfazione di aver scoperto o riscoperto l’erbetta buona che completa ed arricchisce i nostri piatti della tradizione dei  piatti tipici con le erbe. Delle erbe spontanee fanno parte anche molte spezie che, se non riuscite a trovarle durante le vostre passeggiate, potrete facilmente coltivarle sui vostri terrazzi o addirittura sul vostro davanzale. Iniziamo con due facili e veloci  ricette con la portulaca e il timo, a voi le ricette e la spiegazione per il riconoscimento delle erbe.

Potularca

Pianta succulenta annuale presenta fusti rossastri, carnosi, molto ramificati, e portamento prostrato, che la rende un’ottima pianta tappezzante; le foglie sono verde chiaro, cilindriche, succulente, morbide al tatto. L’aspetto è quello di un pianta grassa ma senza spine.

ricetta Frittelle di portulaca

Timo

Piantina perenne, alta fino a 40-50 cmche cresce nei terreni aridi, sassosi e soleggiati sia in montagna che in pianura. In Italia è presente in quasi tutto il territorio, allo stato spontaneo o coltivato, nei luoghi aridi, dal piano ai 900 metri.
E’ un piccolo arbusto molto ramificato con steli legnosi e molte piccole foglie grigio-verdi, lineari o strettamente lanceolate, fortemente aromatiche.
I fiori sono piccoli biancastri, rosei o lilla.

ricetta  Maccheroni con ricotta e timo

Se desiderate avere chiarimenti su queste ricette o avere informazioni lascia un commento, o scriveteni su info@madamaricetta.it


Questo che verrà sarà un lungo week-end e si potrebbe avere l’occasione di fare una bella passeggiata in campagna e raccogliere delle buone erbe, che adesso con le recenti piogge sono cresciute rigogliose. Vi illustro perciò due gustose e semplici ricette da gustare in questi giorni di festa: 

Zuppa egiziana di malva e Crostata di Borragine  

La Malva

Si trova ai bordi delle strade campestri, nei prati maanche nei nostri giardini.  Fin dall’antichità  i fiori e le  foglie erano considerate un efficacissimo rimedio per tutti i mali. Simbolo della calma e della dolcezza, questa pianta era utilizzata già dagli antichi Greci. Ippocrate la raccomandava per le sue proprietà emollienti e lassative, dimostrate ormai scientificamente e apprezzate ancora oggi. È una pianta erbacea annuale o perenne, facilmente riconoscibile dalle foglie  con nervature centrali a forma di palmo della mano con 5 lobi e con il margine seghettato irregolarmente. Presenta un fusto eretto alto anche 1 metro. In primavera presenta dei bellissimi fiori rosa o lilla.
Zuppa egiziana di malva
300 gr. foglie di malva, 2 spicchi di aglio, olio, sale e pepe q.b.
semi di coriandolo, fiocchi di cereali (facoltativi).
Portare all’ebollizione circa un litro di acqua salata, unire le foglie di malva lavate e tritate e cuocere per una ventina di minuti. A parte scaldare in abbondante buon olio d’oliva gli spicchi di aglio, aggiungere sale, pepe e coriandolo macinato. Versare tutto sopra la malva, bollire ancora molto brevemente e versare nelle ciotole. Se piacciono si possono aggiungere fiocchi di cereali (ricetta inglese) o crostini di pane ( possibilmente casareccio tipo Genzano). E’ una ricetta che va molto bene nelle serate già più fredde. La malva fa bene per il mal di gola, ma non mangiarne troppa perché è una pianta con proprietà lassative.

Borragine

E’ una pianta erbacea  può raggiungere l’altezza di80 cm. Ha foglie ovali che si riconoscono da una ruvida peluria, di colore  verde-scuro. I fiori azzurri sono usati per colorare e guarnire i piatti e per colorare l’aceto; congelati nei cubetti del ghiaccio sono delle graziose decorazione per le bevande estive. Ci sono state molte discussioni sulla tossicità della borragine, ma non vi preoccupate è un falso allarme potrebbe creare problemi solo mangiandone3 Kg. al giorno, per diversi giorni!!!!
Crostata di Borragine
500 gr. di pasta frolla, 100-150 gr. di borragine, 250 gr. di ricotta,
2 uova, arancia, cannella in polvere, 30 gr. di zucchero, sale.
Lessare la borragine , si strizza e si trita finemente, si unisce la ricotta,  lo zucchero, le uova un pizzico di sale, la scorza grattugiata dell’arancia e un cucchiaino di cannella in polvere. Preparare la pasta frolla e si fodera una tortiera lasciando un po’ per le guarnizioni. Se l’impasto risulta troppo duro si diluisce con un po’ di latte. Disporre l’impasto dentro la pasta frolla livellandola bene, quindi si fanno le decorazioni classiche di una crostata. Mettetela in forno mediamente caldo per una mezz’ora. La pasta deve risultare ben dorata. Si serve calda, ma è buona anche fredda. Si può spolverizzare con zucchero a velo con un po’ di cannella in polvere.
Buon appetito e buon week-end lungo!!!!


Pollo ripieno di erbe
per ogni pollo del peso di circa 500 gr.
100 gr. di pangrattato
100 gr. di olio
buccia grattugiata di limone
3 cucchiai di prezzemolo tritato
1 cucchiaio di timo
1 cucchiaio di maggiorana
2 uova
sale e pepe
Mescolate il pangrattato con le uova, la buccia grattugiata del limone e qualche goccia di succo, 70 gr di olio e gli aromi; salare e pepare. Preparate il pollo per la cottura asciugandolo perfettamente, inserire il ripieno nel ventre e chiudere con un lungo stecchino. Massaggiare il pollo con il rimanente olio, salare e pepare. Mettere il pollo in una teglia copriere con un foglio di alluminio e infornare a fuoco medio. Dopo circa 45 minuti togliere l’alluminio e lasciare il pollo in forno finchè non si rosola per bene.
Antonella Bellanca
antonella.bellanca@gmail.com

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Mousse estiva alla lavanda


ingredienti per 4 persone
250g latte
2 albumi
30g farina setacciata
60g zucchero
300g panna montata
2 fogli di gelatina
1 mazzetto di lavanda (circa 10/15 fiori con foglie)
Lavare la lavanda e metterla nel latte. Portare a sobbollire. Fare raffreddare bene. Lasciare la lavanda in infusione per almeno 2 ore. Poi filtrare. In una ciotola sbattere gli albumi con lo zucchero, 100gr del latte alla lavanda e la farina (setacciata), cercando di non creare grumi. Portare a bollore il latte restante, versarlo nella ciotola mescolando accuratamente per amalgamare il tutto e riportare sul fuoco fino a nuovo bollore, quando la crema si addensa è pronta. Mettere subito dentro la gelatina, messa precedentemente a bagno in acqua fredda e strizzata per bene. Mescolare molto bene. Lasciare raffreddare la crema con della pellicola a contatto.
Una volta fredda passarla in un frullatore e renderla bella omogenea e liscia. Aggiungervi delicatamente la panna montata. Prendere 4 coppette mettendo magari sul fondo qualche lampone o fragola freschi, dei biscotti sbriciolati o delle lamelle di mandorle e decorare poi a piacere. Se invece volete un risultato più chic, mettete un piccolo fiore di lavanda poggiato sopra ogni coppetta.
Valentina

 

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Sarah Zuhra Lukanic (Roma)


Mi chiamo Sarah Zuhra Lukanic e Madama Ricetta mi ospita come una corrispondente intrusa. Sapete che nelle feste c’è solitamente un ospite imbucato. Ecco, cercherò di essere uno di questi. Una specie di Principe Giovanelli della situazione. Sarò la vostra Madama Lukas. Tutta l’esistenza l’ho passata come un contenitore delle storie altrui, qui sarò un contenitore delle ricette altrui. Per ben sedici anni ho lavorato come sommelier, bar woman e barista. Ho lavorato anche alla Buvette della Camera e del Senato. Ho trovato un compagno che cucina meglio di me, quindi mi limitò ad accostare l’abbinamento giusto. Sono mamma e scrivo. Cercherò di regalarvi qualche bella ricetta dalla cucina delle mie amiche poete in giro per il mondo (www.compagniadellepoete.com).  
Per cominciare ho deciso di donarvi una ricetta di una mia amica triestina di adozione e nativa di Bombay, Laila Wadia (  http://collettivoalma.wordpress.com/).

Lezioni di biryani a Bruxelles
Un paio d’anni fa mi ritrovai nel cuore dell’Europa alla ricerca di un quotidiano italiano. Entrai  in un negozio gestito da una famiglia pakistana e volti e odori famigliari mi spinsero a rivolgermi al gestore con un “salam alaikum”, rivelando però subito dopo le mie origini indiane.
L’uomo mi squadrò e non esitò a rimproverarmi: “Ci sono differenze tra di noi, sorella? Non parliamo forse la stessa lingua, non mangiamo forse lo stesso cibo, non abbiamo in comune millenni di storia prima che una mano straniera arrogante ci dividesse in due nazioni soffiando sulla insicurezze della gente? Perché mi riveli la tua religione ancora prima del tuo nome?”
Scusandomi mille volte, cercai di spiegargli che il senso della mia attività da scrittrice era proprio quella di abbattere i pregiudizi, ma l’uomo non sembrò crederci molto. E proprio come il suo rimprovero era nettamente orientale – pronunciata a voce bassa, punteggiato da lemmi colti e scanditi come una poesia – la sua fermezza fu irremovibile come gli Himalaya. “L’avrei invitata a condividere il biryani che ha preparato mia moglie per pranzo,” continuò l’uomo. “Un piatto fatto con ingredienti provenienti da ogni angolo della terra e tecniche di cottura che celebrano l’incontro di culture, ma visto che lei preferisce sottolineare le differenze, è meglio lasciare stare.”
Mentre mi allontanavo dal suo esercizio con la testa bassa, l’uomo mi chiese dove vivevo. “In Italia? Ah, ecco ora capisco tutto. Da figlia del Mahatma Gandhi forse sei diventata figlia di Bossi.”
Ogni volta che mangio il biryani rammento quel mio errore e penso alle parole sagge di quel fratello edicolante di Bruxelles. Forse sbaglia ora il Prof. Sartori a  citare (nel suo articolo “Diritti e doveri degli italiani a tempo” sul Corriere della Sera) l’esempio del voto disgiunto tra mussulmani e indù all’alba della spartizione dell’India come pietra di paragone per non concedere il voto agli immigrati in Italia? Un buon biryani aiuterebbe a fargli cambiare idea?

Biryani di pollo (dosi per 6 persone)

Ingredienti:
Per il pollo: 4 cucchiai di olio; 4 patate spelate a cubetti; 2 cipolle; 2 spicchi di aglio; 1/2 cucchiaino di curcuma, cumino in polvere, zenzero,  sale; 2 pomodori a pezzetti; 2 cucchiai d yoghurt; mezzo chilo di petto di  pollo tagliato a dadini
Per il riso: mezzo cucchiaino di zafferano, cardamomo, cannella, chiodi di garofano, zenzero; una cipolla; 250 g riso basmati.

Procedere prima a cucinare il pollo soffriggendo le cipolle e l’aglio con le spezie, aggiungendo il pomodoro e lo yoghurt fino a formare una crema densa. Salare a piacere. Aggiungere il pollo a dadini e allungare con un po’ di acqua se necessario. Cucinare 10 minuti. Il composto deve risultare abbastanza asciutto.
Per il riso: lavare bene il riso con acqua fredda e lasciare in ammollo per 10 minuti. Soffriggere le cipolle in poco olio. Aggiungere il sale e le spezie e infine il riso mescolando continuamente. Aggiungere due tazze di acqua e cucinare per 5 minuti. In una pirofila preparare degli strati alternando riso e pollo. Coprire con carta d’alluminio e infornare per 40 minuti.
Laila Wadia

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Gabriele Gatti da Poggio Morello (Teramo)

Salute a tutti, io sono il “gattocherampica”, vivo in Abruzzo, terra bellissima e ricca di bellezze naturali, di gastronomia. Qui si possono ammirare i famosi merletti di Capodimonte, le grotte del Salinello, e la ceramica di Chieti, e poi ci sono io… che è tutto un dire! Nelle ore che passano amo oziare a volte ozio talmente tanto che mi stufo e mi diverto a comporre poesie dialettali e non. Le mie specialità sono la cucina, le barzellette e le bugie, le ultime a volte le dico talmente convincenti, che ci credo anch’io, e sarei pronto a giurarci sopra! Sono veramente convincenti, non ci credete? Avete ragione!  Il mio punto di forza è la fantasia se avrete il piacere di “volare” con me, non avete che da seguirmi nei miei percorsi gastronomici e poetici che vi introdurranno in una nuova dimensione.

Le ricette del “gattocherampica”

rigatoni con la zucca ott.14500 g di rigatoni, due porri, 1 kg di zucca, 30 g di burro, mezzo cucchiaino di noce moscata grattugiata, 100 ml di panna liquida, tre cucchiai di pinoli tostati

Sbucciate la zucca, eliminate i semi e tagliate la polpa a cubetti. Lavate accuratamente i porri e affettateli finemente. Scaldate il burro in una padella e fatevi appassire i porri tenendo coperto per cinque minuti e rimestando di tanto in tanto. Unite la zucca e la noce moscata, coprite e prolungate la cottura per otto minuti. Versare la panna e tre cucchiai di acqua e portate a ebollizione fino a quando la zucca e tenera. Fate cuocere la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente e conditela con il sugo. Cospargere di pinoli e servire subito.

Il Gattocherampica

Il Coniglio di mammà

Farfalloni al pesto di pistacchio e la ricetta per fare il pesto di pistacchi in casa

Spaghetti di grano saragolla con gamberi, zucchine e zafferano


Ingredienti:
400 gr spaghetti di grano saragolla
300 gr zucchine intere
20 stimmi di zafferano
350 gr di gamberi
3 spicchi di aglio, olio q.b.

Soffriggere le bucce di zucchine tagliate a julienne e tenerle da parte. Prendere gli scarti dei gamberi e metterli a bollire con acqua per ottenerne un po’ di fumetto. In una padella far andare, aglio con olio, scartare l’aglio a rosolatura, aggiungere le code dei gamberi sgusciate, le zucchine, gli stimmi di zafferano e bagnare con il fumetto ottenuto dagli scarti dei gamberi. Fare andare a fuoco lento per pochi minuti. Scolare la pasta al dente e farla saltare in padella. Aggiungere un pò, di prezzemolo e servire.

CALAMARATA CON IL CALAMARO


Ingredienti per quattro persone:
1 kg di calamari (meglio ancora un calamaro da un chilo)
500 g di calamarata
400 g di pomodorini
mezzo bicchiere di vino bianco
olio extravergine di oliva
40 g di burro
tre filetti di acciuga
due spicchi di aglio
una foglia di alloro
prezzemolo
peperoncino
sale e pepe.

Pulire i calamari tagliando via i tentacoli. Dividerli in due per il lungo e tagliarli in piccoli pezzi possibilmente di eguale spessore circa un dito. Lavare sotto l’acqua corrente ed asciugare con della carta da cucina. Scaldare l’olio in un tegame a fondo pesante e unirvi i pezzi dei calamari insieme due spicchi di aglio e del peperoncino. Lasciar rosolare per pochi minuti da ambo i lati e girare con delicatezza. Aggiungere sale e il pepe e dopo qualche minuto il vino bianco. Lasciar evaporare, unire i pomodorini tagliati a piccoli pezzi una foglia di alloro. Coprire e lasciare cuocere per un quarto d’ora a fiamma molto bassa e avendo cura di girare una sola volta i pezzi dei calamari. In un piccolo tegame a parte, stemperare i filetti di acciughe, con un po’ di olio e di burro. Aggiungere i tentacoli dei calamari tagliati a pezzetti molto piccoli e cuocere per circa 10 minuti. Nel frattempo lessare la calamarata in abbondante acqua salata, scolare al dente ed unire nel tegame grande aggiungendo anche i tentacoli. Mantecare il tutto per un paio di minuti e servire con una spolverata di prezzemolo tritato.

 

Spaghetti di grano saragolla al ragu’ di pesce


Ingredienti:
500 gr di spaghetti di grano saragolla
1 spigola di 400 gr
1 gallinella di 200 gr
1 coda di rospo di 200 gr
cipolla, sedano, carota
1 bicchiere di vino bianco
500 gr di pomodorini di Pachino
olio EVO

Soffriggere nell’olio un trito di cipolla bianca, sedano e carota, aggiungere il misto di pesce bianco spellato, spinato, e tagliato a piccoli pezzi, lasciarlo rosolare e sfumare con del vino bianco. Alla fine aggiungere una dadolata di pomodorini di Pachino. Quando gli spaghetti sono quasi cotti scolarli e saltarli in padella.


Gnocchetti al peperone in salsa di stracchino e zucchine


Impegno: MEDIO
Persone: 6
Tempo: 1 ora e 20 minuti
Vegetariana

Ingredienti:
850 g patate
480 g 3 zucchine
300 g farina più un po’ per la lavorazione
250 g stracchino
250 g 1 peperone rosso
olio extravergine di oliva – sale

Mettete ad arrostire il peperone su una gratella per 25-30′; lasciatelo intiepidire chiuso in un sacchetto, poi pelatelo e mondatelo. Tritatelo e frullatelo brevemente per ridurlo in un battuto fine, facendo attenzione che non rilasci acqua.
Lessate le patate, pelatele e schiacciatele subito ben calde sulla farina; salate, unite i peperoni tritati e impastate gli ingredienti. Modellate il composto in filoncini sottili e ricavatene poi gnocchetti piccoli e lisci. Affettate in nastri le zucchine (l’ideale sarebbe farlo con la mandolina; scottateli in padella in un velo di olio caldo, dopo pochi istanti salateli e toglieteli dal fuoco. Nella stessa padella delle zucchine unite lo stracchino a tocchetti e fatelo fondere dolcemente. Lessate gli gnocchi, scolateli appena vengono a galla e rosolateli velocemente a fuoco vivo in padella in un velo di olio caldo. Conditeli con la salsa di stracchino e le zucchine e serviteli immediatamente. Lo stracchino ammorbidisce piacevolmente l’aroma del peperone arrostito mentre le zucchine, appena scottate, aggiungono un tocco giustamente al dente alla tenerezza degli gnocchi.


Nella gastronomia tradizionale abruzzese le ricette, frutto di un mondo agricolo e pastorale sostanzialmente parco, si basano su ingredienti poveri dove regnano legumi, verdure e carboidrati. La carne era la pietanza riservata al giorno della festa, come questo piatto, che il Gatto che rampica vi propone, tipico del giorno di Pasqua: agnell’ cac’ e ove

AGNELL’ CAC’ E OVE
Ingredienti:
3 kg di agnello fatto a spezzatino va benissimo la spalla
5 uova
300 gr di pecorino grattugiato
la buccia grattugiata di 1 limone
Olio extravergine di oliva 2 mestolini
3 spicchi di aglio
1 ciuffo di prezzemolo
sale q.b.
pepe q.b.
Mettete in una padella l’agnello  e soffriggetelo con l’olio extravergine quindi aggiungete il soffritto di aglio e prezzemolo, condite con sale e pepe e portate a cottura a fuoco lento per circa 2 ore. Quasi alla fine della cottura, aggiungete le uova che avrete sbattuto precedentemente  con il pecorino e la scorza di limone, mescolate avendo cura che le uova non rassodino troppo e il piatto è pronto. Servite caldo accompagnando con spicchi di limone e un’insalatina verde campagnola con la rucola.
Gabriele 

L’altra, è il famoso ‘ndocca ‘ndocca, tipica della provincia di Teramo, che conferma il detto: “del maiale non si butta niente”. Quando i contadini macellavano il maiale, dopo aver lavorato due giorni tra la preparazione di prosciutti, lonze, salami e salcicce, festeggiavano con questo piatto tipico che riuniva tutte le parti suine meno pregiate.

‘NDOCCA ‘NDOCCA

Ingredienti:
Piedini
cotiche,
orecchi,
costatelle,
coda,
musetto di maiale,
3-4 foglie di alloro,
3-4 spicchi di aglio,
1 rametto di rosmarino,
peperoncino a seconda il gusto,
qualche chicco di pepe,
sale quanto basta
1/2 bottiglia di passato di pomodoro.
Mettere a mollo in acqua fredda per un giorno, quindi cambiare l’acqua e mettere a bollire per 3-4 ore il tutto  tranne la passata di pomodoro, durante il bollore schiumare fino alla fine il grasso. Circa mezzora prima della fine della cottura aggiungere la passata di pomodoro e a cottura ultimata servire caldo con il suo sugo.
Gabriele


CALCIONETTI


in dialetto locale LI  CAGG’NTT
ingredienti
500 gr. farina
olio extra vergine d’oliva e vino bianco, sale
gr. 300 castagne spellate
miele
1 cucchiaio cioccolato in polvere
cannella
150 gr. mandorle sgusciate e tostate
un pezzetto di cedro candito
1 arancia
caffè macinato
un bicchierino di rhum
Zucchero a velo
Meglio se fatto la sera prima per poi lasciare la pasta in frigo a riposare. Bollire le castagne, metterle nel mixer o passarle al passaverdure. Aggiungere alla purea di castagne ottenuta; le mandorle tostate e tritate; il cioccolato, un cucchiaio di miele, la cannella, il cedro candido a cubetti, la scorza d’arancia grattugiata, il bicchierino di rhum ed il caffè macinato. L’impasto deve risultare morbido e cremoso, se necessario aggiungere qualche cucchiaino di caffè ristretto. Per la pasta. Disporre la farina a fontana sul piano di lavoro, e versare al centro due cucchiai di olio e due di vino, un pizzico di sale. Se necessario aggiungere qualche goccia di vino, la pasta deve venire abbastanza elastica ma non troppo morbida, in modo da ottenere poi una sfoglia molto sottile. Meglio se con una macchinetta per stendere la pasta. Ottenute delle strisce di pasta da circa 10 cm di altezza, mettere un cucchiaino di ripieno (la crema di castagne), distanziandoli di 5/6 cm. richiuderli premendo bene sui bordi e tagliarli con un taglia ravioli.Friggere i fagottini così ottenuti, scolarli su carta assorbente. Spolverare a piacere con zucchero a velo o cacao in polvere.
Gabriele

il tiramisù di Gabriele

ingredienti
4 uova
500 gr di mascarpone
10 cucchiai colmi di zucchero
1confezione di savoiardi vincenzovo
cacao amaro in polvere q.b.
5 caffè
1 bicchierino di alchermes
1 bicchierino di anisetta meletti
1 bicchierino di kahlua
Prendere le uova e separare il bianco dal rosso, battere le chiare a neve e tenerle da parte. Sbattere i rossi con lo zucchero fino a quando si è formata una crema, aggiungere il mascarpone ed infine girando piano, le chiare battute a neve. A parte fare 5 caffé unirvi l’alchermes, l’anisetta meletti e il kahlua, tre cucchiai di zucchero che va fatto sciogliere nel composto liquido. Prendere una teglia 30×40 alta almeno 5 cm, passare i savoiardi nel liquido affinchè venga ben assorbito, porli sul fondo della teglia e aggiungere la crema ottenuta. Spolverare con il cacao amaro e mettere in congelatore per almeno 4 ore prima di servire.
Gabriele

Lu ciambellott’ (ciambellone)

ingredienti:
10 uova
700 gr di zucchero
250 gr di burro
200 gr di latte
250 gr di yogurt di limone
la buccia grattugiata di un limone di sorrento
1 bicchiere di anisetta meletti
1,3 kg di farina tipo OO
monpariglia per dolci q.b.
due mestolini di olio extravergine di oliva
3 bustine di lievito in polvere
Separare le chiare dal rosso quindi battere le chiare di uova a neve.  Mescolare gli altri ingredienti ad eccezione della farina, in un secondo momento aggiungere la farina, il lievito in polvere quindi aggiungere le chiare sbattute a neve. Preparare una portaciambella da forno di adeguata misura, imburrarla,  spolverarla con la farina e versarvi il composto. Mettere sopra l’impasto della monpariglia ed infornare a forno preriscaldato a 160° per 70 minuti.

Li ciammarich’e

(Piatto grandioso)
ingredienti
2 kg di lumache vive già spurgate
(per spurgarle basta tenerle in un recipiente traspirante per due giorni)
½ litro di salsa di pomodoro
cipolla
maggiorana
sale
2 cucchiai di olio di oliva extravergine
Lessate le lumache in abbondante acqua, estraetele poi una per una e togliete la parte finale. Se fate attenzione, potete lasciare il loro grasso di riserva (si riconosce facilmente in quanto è costituito da pezzetti che ricordano la cera colore grigio azzurro, mentre l’intestino ha un colore più scuro). A questo punto le dovete lavare in aceto e sale per almeno due o tre volte cambiadogli la mistura (aceto e sale nuovi). Successivamente vanno lavate in acqua corrente fino a quando l’acqua non è chiara. Subito dopo, prendete una padella, metteteci la cipolla, tritata finemente, l’olio extravergine e fate imbiondire. Versate le lumache, lasciate che il loro liquido evapori e fatele rosolare fin quando non saranno ben tostate. A questo punto, aggiungete la salsa di pomodoro e la maggiorana e cuocete sempre a fuoco moderato per altri 15-20 minuti circa.
Ps: le lumache messe sulla polenta bramata (originaria delle regioni del nord Italia)  sono qualcosa di sublime, anche se consumate fredde.

Lu pà cott’

Ingredienti
200 gr. di pane secco
1 uovo
2 foglie di alloro
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di olio di oliva
sale q.b.
Mettere a bollire 1 litro di acqua, le foglie di alloro, lo spicchio d’aglio, per 7/8 minuti circa. Aggiungere il pane, rompere l’uovo e versarlo dentro (come si fa per l’uovo in camicia), salare e portare a cottura. Quindi togliere le foglie di alloro e lo spicchio d’aglio, sminuzzare con una forchetta l’uovo che non deve essere fatto a stracciatella (il bianco e il rosso devono rimanere separati), aggiungere l’olio a crudo, un’abbondante spolverata di formaggio grattugiato e servire.
Ps: questa è una dose per una persona.

lo sapevi?

Il pane cotto e le lumache sono due piatti poveri della cucina contadina abruzzese. Entrambi fatti senza dover acquistare nulla. Il pane cotto era generalmente una pietanza invernale servita la sera, una minestra calda fatta per riciclare gli avanzi di pane secco, arricchita dalle proteine dell’uovo (anche quest’ultimo abbondava nei pollai dei contadini).  Le lumache erano invece una festa per i bambini. Solitamente dopo gli acquazzoni primaverili ed estivi, i contadini più anziani -rimasti a casa perché non più in grado di lavorare nei campi- portavano con sé i nipotini in campagna a raccogliere le lumache. Stivali ai piedi, buste in mano, nonni e nipoti facevano a gara a chi ne prendeva di più. Nella categoria dei prodotti selvatici, la lumaca è certamente uno degli alimenti più antichi della storia umana. Apprezzata dai Greci e dai Romani, la lumaca trova il suo massimo splendore in Francia, “le lumache alla bourguignonne”, infatti, sono uno dei piatti più classici della cucina francese.

Farfalle con gamberetti e punte d’asparagi

Ingredienti:
320gr di farfalle
120gr di asparagi
200gr di gamberetti
olio
sale
pepe
30gr di burro
Lessate la pasta, conditela con un po’ d’olio e lasciatela raffreddare. Bollite per 2 minuti i gamberetti in acqua salata. Lessate separatamente le punte e i gambi degli asparagi, in quanto le prime dovranno risultare piuttosto al dente. Passate al mixer i gambi di asparagi con olio e sale fino ad ottenere una salsina liquida. Fate saltare le punte di asparagi in un padellino con il burro e salatele. Condite la pasta con la salsina di asparagi, i gamberetti, le punte di asparagi e una macinata di pepe nero.

Uova sfiziose

Ingredienti
8 uova sode
5 filetti di acciuga sott’olio
un cucchiaino di capperi sminuzzati
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
olio d’oliva
pepe
Private le uova del guscio,tagliate per la lunghezza e estraete i tuorli in maniera uniforme con gli altri ingredienti. Mescolate i tuorli con i restanti ingredienti in modo da ottenere un impasto omogeneo e piuttosto morbido con cui andrete a riempire l’incavo delle uova.

LI BECCHENUTT’ (BOCCONOTTI)

INGREDIENTI
600 gr. di farina
100 gr. di burro
4 tuorli d’uovo
2 uova intere
1 cucchiaio di latte
un pizzico di lievito
500 gr. di marmellata d’uva
cedro candito
cannella
mandorle tostate e macinate
la buccia di un limone grattugiata
cioccolato a pezzetti.
Preparare una pasta frolla con farina, burro, tuorli d’uovo, uova intere, latte e lievito, lasciate risposare mezz’ora. Stenderne un sottile strato, ricavate dei dischi, prendere dei piccoli stampini tondi unti con del burro e mettere il disco di pasta. Aggiungere, al centro, il ripieno (di marmellata d’uva, cedro candito, cannella, mandorle tostate e macinate, la buccia di un limone grattugiata, cioccolato a pezzetti) precedentemente ben amalgamato e coprire con un altro sottile strato di pasta frolla. Per il ripieno potete usare anche la crema pasticcera o la marmellata di mele cotogne a seconda del gusto. Passate in forno a 200° per 20 minuti.

GNOCCHI DI CASTAGNE AL PESTO

INGREDIENTI
200 g di farina di castagne
800 g di patate farinose
100 g di farina bianca 00
1 mazzetto di basilico
una manciata di  pinoli,
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di pecorino grattugiato,
1 cucchiaio parmigiano grattugiato,
1 foglia di alloro
olio, sale, pepe
Lavare il basilico, asciugarlo, pestarlo nel mortaio con l’aglio, i pinoli e un pizzico di sale e pepe, facendo scendere l’olio a filo finché riaffiora, lasciarlo riposare. Lessare e sbucciare le patate, passarle facendole cadere sulla spianatoia, farle raffreddare, unire le due farine e un  pizzico di sale, impastare accuratamente finché tutto è ben amalgamato. Formare dei rotolini e tagliare a tocchetti. Lessarli in abbondante acqua salata (cui avrete aggiunto la foglia d’alloro), quando vengono a galla toglierli con il mestolo forato, condire con il pesto allungato con un paio di cucchiai di acqua di cottura degli gnocchi, spolverare con i formaggi mescolati e servire subito.

LINGUINE AI FIORI DI ZUCCA 

(ricetta di Clara)
Quindici fiori di zucca
Tre-quattro zucchine molto tenere
Cipolla, q.b.
Mezzo dato da brodo
Due bustine di zafferano
Sale q.b.
Friggere la cipolla con un po’ di olio, quindi aggiungere i fiori di zucca con le zucchine tritate e aggiungere un mezzo bicchiere d’acqua, far evaporare aggiungere il dato da brodo e portare a fine cottura, quindi aggiungere lo zafferano, unire il sugo così ottenuto alle linguine, cotte al dente, separatamente in abbondante acqua salata.

RAVIOLI DOLCI DI RICOTTA

INGREDIENTI
Per il ripieno:
4 rossi di uova
8 cucchiai di zucchero (cucchiaio da brodo)
la buccia grattugiata di 1 limone
400 grammi di ricotta
la mollica di 3-4 fette di pane raffermo
cannella grattugiata al momento
1/2 bicchiere di anisetta meletti
30 grammi di maggiorana fresca
Per la pasta:
3 uova più gli albumi avanzati
farina quanto basta.
La sera prima preparare il ripieno e lasciarlo in frigo ad insaporire, il giorno dopo impastare le uova con la farina come per fare la pasta all’uovo e realizzare i ravioli, quindi cuocerli in abbondante acqua salata e condirli con un sugo di pomodoro tirato a fuoco lento per almeno 2-3 ore e fatto con 3 tagli di carne (manzo maiale e agnello) spolverata di parmigiano e servire.
PS:questi ravioli sono buonissimi anche se conditi all’esterno con zucchero e cannella oppure se fatti fritti e con l’aggiunta di zucchero a velo

MAZZARELLE

INGREDIENTI
1 coratella di agnello
4 etti di pancetta affumicata
3 piante di insalata scarola (o indivia)
1 mazzetto di aglio fresco
1 mazzetto di cipolline fresche
1 mazzetto di prezzemolo
1 confezione di budelline di agnello
Lavate e riducete a striscioline la coratella di agnello tenendo separati, polmone, cuore e fegato, tagliate a striscioline la pancetta grande come le striscioline della coratella, lavate le foglie dell’insalata una per una cercando di non farle rompere, lavate le budelline di agnello in abbondante acqua. Prendete ora una foglia di insalata e mettete sopra di essa una strisciolina rispettivamente di cuore, fegato, polmone, pancetta, un pezzo di aglio, uno di cipolla, e uno di prezzemolo. Quindi richiudete e avvolgetelo con le budelline di agnello legandolo alla fine, ora avrete creato dei fagottini, a questo punto lessateli in abbondante acqua bollente per almeno 10 minuti. Ora prendete una padella con un po’ di olio extravergine di oliva, e portate a fine cottura (altri 10 minuti circa) aggiungendo del vino bianco.
PS:  (la sera prima mettete in una ciotolina le budelline di agnello con il quantitativo di una bottiglia di passata di pomodoro questo farà si che alle budelline si tolga il loro odore).

LE FARFALLE DELLO CHEF

INGREDIENTI
400 grammi di salmone
400 grammi di asparagi
400 grammi di funghi porcini (congelati vanno anche bene ma non secchi)
500 grammi di pasta di semola di grano duro
1 confezione di panna da cucina da 200 m
1 bicchiere di vino bianco
Lavate gli asparagi eliminando la parte più dura del gambo e lessateli in acqua bollente, lavate i funghi porcini facendoli a fettine. Mettete in una padella il salmone e fatelo rosolare con il vino, quindi aggiungete i funghi porcini, poi la panna, e quasi in ultimo gli asparagi, a parte lessate in acqua salata la pasta, tenendola ben al dente, quindi unite il tutto ripassandoli in padella e servite subito.

 

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Madama Ricetta nasce all’ombra del Senato dall'alleanza di tre colleghe ... leggi la storia

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