La resistenza a base di yogurt!
Si è molto parlato nel gennaio 2010 di Rosarno e delle sue campagne, dove migliaia di migranti, per lo più provenienti dall’Africa, lavorano per una manciata di euro al giorno. Se ne è molto parlato perché un giorno i braccianti hanno detto basta e si sono ribellati allo sfruttamento che ci permette di portare sulle nostre tavole arance e mandarini a buon prezzo. Molti di loro, dopo la rivolta, son stati costretti a fuggire e a centinaia son giunti a Roma.
Cosa ne è stato di loro? Nelle campagne di Rosarno, così come in quelle di Foggia e del resto d’Italia poco è cambiato, ma oggi vogliamo raccontarvi di una piccola storia di resistenza e di rinascita. Parliamo di Barikamà – che in lingua Bambarà significa, appunto, Resistente – una piccola cooperativa formata da un gruppo di migranti fuggiti da Rosarno, dedita alla produzione di yogurt artigianale e biologico. E buonissimo!
Dopo Rosarno, gli ex braccianti non avevano più nulla, se non la voglia di ricominciare e di ottenere finalmente dignità e una vita libera dallo sfruttamento. Hanno iniziato in due, con 15 litri di latte. Oggi son diventati sei: Suleman, Aboubakar, Sidiki, Cheikh, Modibo e Youssouf. La produzione è arrivata a 150 litri di latte a settimana. Il loro yogurt è prodotto con latte biologico intero del Casale Nibbi di Amatrice e lavorato presso il Caseificio del Casale di Martignano, senza uso di conservanti addensanti e dolcificanti.
Lo yougurt di Barikamà è anche ecologico: la cooperativa pratica il vuoto a rendere per i barattoli e per le consegne in tutta Roma viene utilizzata la bicicletta. I ragazzi di Barikamà riforniscono i GAS (gruppi di acquisto solidale) cittadini e partecipano ai mercatini di Terra Terra. Su ordinazione fanno anche consegne a domicilio.
Barikamà è insomma un progetto di microcredito ma è anche molto altro. Con il passare del tempo, pedalando in lungo e in largo, partecipando ai mercatini e presentando il loro progetto in giro per la città i sei ragazzi, oltre a un reddito, hanno trovato una comunità, nuovi amici e conosciuto una città meno ostile di quella che, solo quattro anni fa li aveva “accolti”, riluttante, sui marciapiedi di Termini.
Insomma, se siete estimatori dello yogurt e abitate a Roma, provate ad abbandonare gli scaffali del supermercato e mettetevi in contatto con i ragazzi di Barikamà o con il Gas del vostro quartiere. Non ve ne pentirete!
Per maggiori informazioni potete visitare il sito barikama.altervista.org
Francesca Bottello
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