CHIAROSCURI CARAVAGGESCHI SULLA TAVOLA DI NATALE
CHIAROSCURI CARAVAGGESCHI SULLA TAVOLA DI NATALE
La Madonna del parto – Messina, Museo Regionale (314×211)
Sono luci e ombre, a raccontare la vita e le opere di Michelangelo Merisi detto Caravaggio, pittore cinquecentesco dalla breve e burrascosa esistenza, che dipinse spesso di getto soggetti dai contenuti spregiudicati, dal realismo crudo e provocatorio, ora in ombra ora avvolti da una luce sorprendente.
L’artista dipingeva di getto, rifacendo più volte la scena, perché non si avvaleva di disegni preparatori e quindi spesso costretto ad intervenire con successive modifiche per migliorare l’aspetto compositivo del quadro, a volte sovrapponendo la tempera alla tinta ad olio ancora fresca, per migliorare quegli effetti chiaroscurali che avrebbero messo in rilievo i corpi per lo più immersi nel buio, così come per la sua Madonna del parto.
La rappresentazione della natività è un tema che, nei tempi, ha oscillato tra umiltà di contesto e magniloquenza del fatto sacro, racchiudendo sempre però uno struggente realismo, minuzioso e fitto di dettagli.
Il presepe visto oggi come teatro ci comunica lo stupore, che fa stupefacenti a loro volta i personaggi che lo popolano. Gente semplice, giovani senza futuro, adulti senza presente, e vecchi a cui è stato rubato il passato, un popolo tradito nei loro più privati sentimenti. Un popolo sofferente che vorrebbe essere catturato dalla luce del presepe e che vorrebbe vedere una cometa nel cielo di tutti.
Quando nasce un bambino è sempre motivo di festa, è lo stupore dell’uomo che guarda il prorompente riproporsi del mistero della vita. E noi vogliamo festeggiare questo bambino, che nasce in un mondo in cui si nasce sempre meno, e vogliamo accoglierlo in un mondo che vuole ricominciare ad accogliere uomini ed idee.
Quindi apparecchiamo la tavola di Natale con una tela bianca di Fiandra, come facevano i Monsù, e lasciamo che siano i chiaroscuri caravaggeschi a fare il resto.
trofie fresche g 500, scalogno 1, pere g 300, peperoncino, pecorino grattugiato, cioccolato fondente, olio evo, burro
Soffriggere lo scalogno con un a noce di burro e poco olio, aggiungere le pere a pezzetti, precedentemente sbucciate e private dei torsoli, e il peperoncino. Lessare le trofie, scolarle, mantecare con il sugo di pere e finire con il pecorino grattugiato e scaglie di cioccolato.
Tagliare a cubetti 1 Kg. e mezzo di baccalà, che avrete preventivamente fatto rinvenire in acqua corrente. Asciugatelo e disponetelo un una teglia inumidita d’olio, insieme a tocchetti di patate novelle (500 gr.).
Unite 1 grossa cipolla rossa finemente affettata, 1 spicchio d’aglio ed un ciuffo di prezzemolo tritato, uno strato sottile di pangrattato, sale pepe, il succo di un limone, un poco di olio d’oliva e qualche seme di finocchio. Fate cuocere in forno a fuoco moderato, per circa 40 minuti.
Per la pasta: g 150 farina, g 10 zucchero, g15 strutto, g 50 Marsala, un cucchiaio raso di cacao amaro, un pizzico di sale, strutto per friggere
Per la crema: g 250 di ricotta, g 50 zuccata candita, g 150 zucchero, g 100 cioccolato fondente, trito di pistacchi
Preparare la pasta, impastando gli ingredienti, e unendo poca acqua che occorre, circa 70 grammi, per ottenere un impasto liscio e molto compatto. Dividerlo quindi a pezzi e passarlo nella macchina ottenendo delle strisce, tagliarli in rettangoli irregolari e friggerle a color d’oro scuro, in una padella con strutto caldo. Scolare su carta assorbente e fare raffreddare.
Intanto preparare la crema: passare a setaccio la ricotta a lavorarla con lo zucchero. Unire in fine la zuccata candita ridotta a piccoli pezzi e le scaglie di cioccolato. In delle coppette monoporzione alternare strati di crema a strati di scorza d’albero. Quando il dolce sarà ben freddo spargere su di esso abbondante trito di pistacchi.
Cecilia Puleo
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