comunque
Primo Maggio, comunque.
Anche se il lavoro non c’è, gli stipendi diventano sempre più inadeguati, i sindacati fanno acqua da tutte le parti e il futuro non dà adito a molte speranze di miglioramento, il Primo Maggio va festeggiato. Sono le sue origine a imporlo. Nata a Parigi nel corso della Seconda Internazionale del 1889, questa festa ha affiancato sempre alla dimensione di svago e riposo quella di lotta. Lotta per conquistare diritti e restituire dignità al lavoro. Il primo obiettivo fu quello delle otto ore – ottenute in Italia dagli operai metallurgici solo nel 1919 – e poi man mano, anno dopo anno, ogni Paese ha dedicato questa “festa ribelle” alle emergenze contingenti. Da noi, nel 1898, il Primo Maggio coincise con i moti del pane, mentre nel 1945, a meno di una settimana dalla Liberazione, dopo essere stato soppresso durante il ventennio fascista, rappresentò un grande momento di speranza e entusiasmo. E oggi? Motivi oer combattere ne abbiamo anche troppi. Che non ci manchino le energie!
Silvia Gusmano
Iscriviti alla Newsletter
Le ricette
Archivi
- febbraio 2024
- giugno 2015
- aprile 2015
- marzo 2015
- febbraio 2015
- gennaio 2015
- dicembre 2014
- novembre 2014
- ottobre 2014
- settembre 2014
- luglio 2014
- giugno 2014
- maggio 2014
- aprile 2014
- marzo 2014
- febbraio 2014
- gennaio 2014
- dicembre 2013
- novembre 2013
- ottobre 2013
- settembre 2013
- luglio 2013
- giugno 2013
- maggio 2013
- aprile 2013
- marzo 2013
- febbraio 2013
- gennaio 2013
- dicembre 2012
- novembre 2012
- ottobre 2012
- settembre 2012
- agosto 2012
- luglio 2012
- giugno 2012
- maggio 2012
- aprile 2012
Commenti recenti