Crostoni con spuma di nasello
da “la cucina italiana” http://www.lacucinaitaliana.it/
ingredienti per 4 persone
250 g filetto di nasello senza spine e pelle
100 g cipolla
100 g patata
2 spicchi aglio
pane casereccio
vino bianco secco
latte
3 cucchiai olio d’oliva extra-vergine
sale
1 macinata pepe in grani
per guarnire:
alcune foglie cerfoglio (o prezzemolo)
Tagliate il nasello a cubetti e fatelo soffriggere in 3 cucchiaiate d’olio con la cipolla tritata, uno spicchio d’aglio intero, la patata ridotta a dadini. Quando il tutto sarà leggermente rosolato, bagnatelo con un dito di vino e lasciatelo evaporare. Aggiungete tanto latte fino a coprire gli ingredienti, sale e una macinata di pepe. Incoperchiate e lasciate cuocere, a fuoco moderato, finchè il latte sarà assorbito quasi del tutto, quindi trasferite la preparazione nel frullatore e avviate l’apparecchio alla massima velocità, in modo da ottenere una spuma. Tagliate 12 fettine di pane, fatele tostare nel forno, strofinatele con uno spicchio d’aglio, infine guarnitele con la spuma di nasello e foglioline aromatiche a piacere (cerfoglio o prezzemolo). Servite subito, con le fette di pane ben croccanti.

“Non di solo pane”
“Secondo un antico detto, “non di solo pane vive l’uomo”. È una grande verità. Ma la panificazione, nata circa quattromila anni fa, è l’emblema della nostra civiltà. Non solo il pane è il cibo più buono che io conosca – appena uscito dal forno e intinto nell’olio d’oliva, con un pizzico di sale e uno di pepe, è ineguagliabile -, ma è stata la coltura dei cereali a spingere i nostri antenati nomadi a scegliere la vita sedentaria, da cui sono nate le prime comunità. Semina, mietitura, trebbiatura e molitura del grano non possono essere il frutto del lavoro di una persona soltanto, e così è anche per la panificazione, Il pane è sociale. Metaforicamente e no. Il pane è fatto per essere tagliato, offerto, diviso e condiviso. A tavola non si può non pensare agli altri comemnsali, a chi è accanto o di fronte a noi, e a passare loro il cestino del pane. Da Palermo a Milano, i panettieri modellano una forma di pane piccola e rotonda, la rosetta o michetta, simile alla rosa Tudor: corolla centrale e petali della stessa grandezza. Mia madre, sempre attenta, quando si accorgeva che sul mio piatto di verdura bollita era rimasto dell’olio e limone o del sughetto, staccava un petalo di pane e me lo porgeva discreta. In Sicilia si dice che la tavola priva di pane “piange”: non c’è convivio, né allegria”.
(La cucina del buon gusto, Simonetta Agnello Hornby e Maria Rosario Lazzati. Feltrinelli)

Lu pà cott’
ingredienti
200 gr. di pane secco
1 uovo
2 foglie di alloro
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di olio di oliva
sale q.b.
Mettere a bollire 1 litro di acqua, le foglie di alloro, lo spicchio d’aglio, per 7/8 minuti circa. Aggiungere il pane, rompere l’uovo e versarlo dentro (come si fa per l’uovo in camicia), salare e portare a cottura. Quindi togliere le foglie di alloro e lo spicchio d’aglio, sminuzzare con una forchetta l’uovo che non deve essere fatto a stracciatella (il bianco e il rosso devono rimanere separati), aggiungere l’olio a crudo, un’abbondante spolverata di formaggio grattugiato e servire.
Ps: questa è una dose per una persona.

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