piatti e pennelli
PICNIC A GIVERNY
Il giardino di Monet, gli iris – 1900
Per Claude Monet (Parigi 1840-1926)il giardino era la sua tavolozza e la sua casa che spariva tra le rose di Giverny, l’atelier dove trascorse la seconda metà della sua vita. Dopo avere raggiunto l’indipendenza economica intorno agli anni ottanta, egli poté permettersi di acquistare la casa di Giverny dove diede vita a un lussureggiante giardino percorso da fiumi di fiori, li si trasferì con la sua seconda moglie Alice e i loro otto figli. In questo giardino Monet pianificò una vera e propria architettura botanica dando a ogni fiore il suo posto e creando delle composizioni che sarebbero poi state i soggetti per i suoi futuri quadri. Nel suo giardino insolito ed esotico fece arrivare d’oltreoceano, nasturzi indiani, dalie, glicini, iris, tuberose messicane ed infine le ninfee dai madreperlati riflessi. Il giardino inondato dalla luce del sole fu il suo elisir di lunga vita, il suo regno della tranquillità e luogo di meditazione cosicché durante le giornate di pioggia scompariva depresso tra le pieghe del suo letto. Monet è stato il pittore della luce, delle giornate chiare, il pittore del cielo, della neve, delle nuvole che si riflettono nell’acqua. Il primo pittore ad avere declinato l’uso del bianco in quasi tutte le sue opere a volte rasentando la monocromia, sino ai suoi ultimi lavori dedicati alle ninfee nello stagno, dove il bianco è stato mescolato ai colori puri. Ma troppo spesso questa luce sembrava abbandonarlo e così diveniva l’uomo taciturno e scontroso che alternava a periodi di grande produttività, periodi in cui i suoi pennelli muti e immoti raccontavano solo del mal di vivere. Rimane il fatto che la casa di Giverny, il giardino, lo stagno, la sua famiglia e i suoi amici hanno caratterizzato la sua vita. Egli, considerato un vero borghese e grande amico della buona tavola, dava un’importanza fondamentale all’ambiente della cucina, per la quale utilizzò le splendide piastrelle blu di Rouen e il grande fornello che occupava quasi tutta la parete, per lui cuore pulsante della casa. Nella sua leggendaria sala da pranzo gialla, le cui pareti erano decorate con la collezione di xilografie giapponesi, spesso invitava amici ed artisti. Clemenceau, Renoir, Pissarro, Durand-Ruel sedevano alla sua tavola gustando prelibate pietanze. Sono rimasti sei quaderni di ricette che ci tramandano piatti dal nome altisonante quale Truffes à la serviette, Entrecôte marchand de vin oppure la misteriosa torta verde Vert-vert. La produzione di gelato di banana natalizio per il quale era necessario fare girare l’ultramoderna macchina del gelato non meno di mezz’ora, l‘unico fois-gras che apprezzava era quello alsaziano e quanto ai tartufi preferiva quelli del Périgord. Adorava il pesce, soprattutto i lucci delle sue peschiere e il cavolo rosso per il quale andava pazzo. Possedeva un orto molto curato e aveva una vera passione per le erbe e le piante aromatiche, gli ortaggi del Midi della Francia e i funghi prataioli che faceva raccogliere, con delicatezza, all‘alba. Per la fantasia e la bontà delle ricette, questi preziosi quaderni testimoniano l‘autentico passato di “gran goloso” di un uomo che riusciva a essere un grande artista anche nel vivere quotidiano. Ma non possiamo fare a meno di annotare che Monet raccoglieva ricette, ordinava il menù e dava indicazioni e consigli ma tutto questo senza aver mai preso in mano una sola pentola. Invece noi le pentole le prendiamo e le usiamo per preparare, sulla scia dei colori e dei profumi del giardino di Giverny, un menù tutto dedicato ad un picnic sull’erba fresca di rugiada.
Cecilia Puleo
600 gr di pane in cassetta integrale, 200 ml di latte intero, 2 uova, 300 gr di crescenza, 150 gr di piselli, 2 carote, un porro, 150 gr di zucchine, 100 gr di mais sgocciolato, pangrattato
foglioline di menta, olio, burro e sale
Fare a cubetti le carote, affettare il porro e in una padella con un paio di cucchiai di olio stufare per qualche minuto, aggiungere i piselli le zucchine a cubetti e il mais, salare, pepare e fare cuocere per 10 minuti in modo che restino croccanti. Foderare uno stampo da plum cacke con carta forno. In una ciotola battere le uova con il latte, sale e pepe, immergervi le fette di pane e foderare completamente lo stampo. A questo punto fare degli strati alternando la crescenza e le verdure e ripartire con il pane, fino ad esaurimento degli ingredienti. Finire con il pane. Infornare a 180° per 15 minuti. Affettarlo quando sarà raffreddato.
200 gr di riso Ribe
2 uova + 2 albumi
100 gr di granella di pistacchi
100 gr di favette fresche
100 gr. di robiola
30 gr burro + quello per imburrare gli stampini
200 gr di fiori di zucca
50 gr di grana
sale, pepe
Lessare il riso, raffreddarlo, salare e unire gli albumi leggermente battuti e il burro. Imburrare degli stampini per crostatine, distribuitevi il composto sul fondo e infornate a 200° per 10 minuti. Pulire e tagliuzzate i fiori di zucca, metteli in una terrina ed unire le uova battute, la robiola, il grana grattugiato e la granella di pistacchio, il sale e il pepe. Riempire con questo composto le crostatine di riso e infornate a 200° per 15 minuti. Fare raffreddare e sformare le mini quiches, decorare con favette sbucciate e private della pelle.
200 gr di burro morbido
200 gr di zucchero
200 gr di mandorle tritate
200 gr di carote grattugiate
1 bustina di lievito per dolci
50 gr di liquore a piacere
(liquore che si può sostituire con succo ACE)
3 uova
200 gr di farina
(farina che si può usare anche la farina deglutinata)
Mettere tutti gli ingredienti nel cutter ed emulsionare per qualche minuto, riempire i pirottini di carta da plum cake (metteteli doppi) ed infornare a 200° per circa 20/30 minuti. Fare la prova stecchino e sfornate. Volendo dopo sfornati e raffreddati si possono decorare con un topping al cioccolato.
LISTA DELLA SPESA
stampa la lista
600 gr di pane in cassetta integrale,
200 ml di latte intero
300 gr di crescenza
150 gr di piselli
300 gr di carote
un porro
150 gr di zucchine
100 gr di mais sgocciolato
pangrattato,
foglioline di menta
200 gr di riso Ribe
7 uova + 2 albumi
100 gr di granella di pistacchi
100 gr di favette fresche
100 gr. di robiola
250 gr di burro
200 gr di fiori di zucca
50 gr di grana
200 gr di zucchero
200 gr di mandorle tritate
1 bustina di lievito per dolci
50 gr di liquore a piacere
200 gr di farina
TABELLA DI MARCIA
Mettere a bollire il riso. Mettere in ammollo il pane in cassetta nel battuto di latte e uova e mentre si assorbe stufare le verdure per la charlotte, confezionarla ed infornarla. Dopo avere sfornato la charlotte infornare le crostatine di riso e mentre cuociono in forno preparare il ripieno e sbucciare le favette, infornare le crostatine e durante la cottura azionare il cutter con gli ingredienti per i mini cake alla carota e poi infornare. Queste tre preparazioni si possono tranquillamente cucinare il giorno prima e buon picnic.

TUTTE LE DONNE DI KLIMT NEL GIALLO: ed è subito cena
Il colore giallo, variamente declinato, rappresenta nelle opere di Gustav Klimt un elemento predominante; il giallo degli sfondi, l’oro dei capelli o ancora l’ocra dei vestiti, perché è spesso il giallo che veste l’altro elemento indiscusso delle sue opere: la donna. Chi si avvicina per la prima volta alla pittura di Klimt, circa 220 opere suddivise tra pitture monumentali e dipinti, non può non notare la sua personale interpretazione dei soggetti femminili; inizialmente i visi da lui ritratti non erano neanche identificabili, in quanto volevano unicamente rappresentare la metafora di una certa élite sociale apatica, demotivata e vuota ormai al declino e delle condizioni di tutta la società alla fine della monarchia danubiana. La sua vita (1862-1918) coincise quasi per intero con la storia della Secessione viennese, quel vasto movimento culturale ed artistico nato a fine ’800 tra Germania ed Austria, che aveva come obiettivo la creazione di uno stile lontano da quello accademico e che coinvolse numerosi architetti e pittori dell’epoca in una Vienna che, in quel momento, era una delle capitali europee più raffinate e colte. Sono tempi di grande fermento culturale, in cui la scoperta del Femminile si trovava al centro del vortice di passioni che sconvolgevano il “vecchio continente”, l’arte scopre la donna. Klimt ora risuona con l’indirizzo artistico del suo tempo, egli pone le donne al centro del suo impegno creativo e del suo pensiero, e non si limita a renderle protagoniste della sua opera, ma nei suoi ritratti le mostra quasi più belle di quello che sono. Egli non segue la tendenza bensì la inventa, la anticipa. Dall’influenza preraffaellita Klimt si riscatta molto presto, rielaborandola in una cifra stilistica personalissima. Così le donne klimtiane diventano presto uniche, ognuna irripetibile nel suo fascino. Le dame dell’aristocrazia viennese dei suoi ritratti, le figure femminili dei suoi dipinti simbolisti, quasi sempre bellissime, talora orrende, come alcune delle “forze ostili” nel Fregio di Beethoven o come l’immagine della vecchiaia nelle Tre età della donna, sempre dotate d’una forza, di un carattere che le eleva ad assolute protagoniste. Ma la svolta che porterà Klimt al suo inconfondibile stile avverrà con il quadro Giuditta (I). Da questo momento il suo stile si farà decisamente bidimensionale, con l’accentuazione del linearismo e delle campiture vivacemente decorate. Due viaggi compiuti a Ravenna nel 1903 daranno a Klimt ulteriori stimoli. Da quel momento l’oro, già presente in alcune opere precedenti, acquisterà una valenza espressiva maggiore, fornendo la trama coloristica principale dei suoi quadri. Dipinti, ritratti di donne, oro, elementi questi che, pur rimanendo nel mondo dell’arte, rimandano la mia mente ad un altro affresco, stavolta cinematografico, di cui mi permetto di consigliarvi la visione: La migliore offerta. Ultima fatica di Tornatore dalla trama semplice e coinvolgente tutta incentrata sulla figura di Virgil Oldman, battitore d’asta la cui vita solitaria e priva di affetti è ossessionata dal possesso di ritratti di donne che colleziona compulsivamente, finché un giorno non incontrerà una donna, e tutto comincerà a tingersi di giallo. Dopo questa piccola incursione nel mondo della (ahimè)soppiantata celluloide e per concludere questa puntata di Piatti e Pennelli non mi resta che invitarvi a un dopo cinema, tutto giocato sulle sfumature del giallo, naturalmente!
Cecilia Puleo
Spiedino di patate e pomodorini, Sformato di riso cardi e zafferano, Filetto a vapore con salsa allo zafferano, Trionfo di giallo
SPIEDINO DI PATATE E POMODORINI
Ingredienti per 4 persone
patate 4
pomodorini secchi 100 gr.
zafferano 1 bustina
pane casereccio
prezzemolo
olio, sale e pepe, origano
Sbucciate le patate, sciacquatele, tagliatele a cubi, tuffatele in una pentola con acqua in ebollizione in cui avete sciolto lo zafferano e fatele cuocere per circa 5 minuti. Scolatele e mettetele da parte. Fate a cubetti il pane, ed in uno spiedo di legno alternate un cubo di patata, un pomodorino secco e un cubetto di pane. Disponete gli stecchi in una teglia con carta forno, irrorateli con un battuto di olio prezzemolo tritato,origano, sale e pepe ed infornate a 180° per 15/20 minuti.
SFORMATO DI RISO CARDI E ZAFFERANO
Ingredienti per 4 persone
riso carnaroli gr.300
cipolla 1
cardo 300 gr.
burro gr.80
farina bianca 30 gr.
Latte 1/2 litro
brodo vegetale circa 3 litri
zafferano 2 bustine
parmigiano grattugiato 60 gr.
pangrattato
Pulire il cardo togliendo tutti i filamenti, farlo a pezzetti e lasciarlo un paio d’ore a bagno in acqua acidulata. Trascorso il tempo scolare i cardi e insieme ad una cipolla finemente tritata metterli a stufare in una ampia padella con un poco di olio, aggiungendo un poco di brodo vegetale, farli cuocere fino a quando saranno teneri, salare. A questo punto aggiungere il riso e portarlo a mezza cottura, aggiungendo quando necessita brodo vegetale. Intanto preparare la besciamella e sciogliere al suo interno lo zafferano e il parmigiano grattugiato. Imburrare e spolverare di pangrattato una pirofila e versarvi il riso a cui avrete aggiunto la besciamella, livellate. Cospargere di pangrattato, parmigiano grattugiato e fiocchetti di burro ed infornare a 180°e fare cuocere finché la superficie sarà gratinata.
FILETTO A VAPORE CON SALSA ALLO ZAFFERANO
Ingredienti per 4 persone
filetto di manzo 1 in un solo pezzo
zucchine 2
carote 2
cipolla 1
prezzemolo
alloro
pepe in grani
scorza di limone
chiodi di garofano
burro 1 cucchiaio
zafferano 1 bustina
panna da cucina 100 gr.
pere 2
In una padella fare andare a fuoco basso le pere ridotte a piccolo cubetti con una noce di burro, fino al loro disfacimento a questo punto aggiungere la panna dove avete fatto sciogliere precedentemente lo zafferano, rimettere sul fuoco e fare ridurre, in fine salare e pepare. In una vaporiera, mettere nell’acqua, il prezzemolo, due chiodi di garofano, la scorza di limone, la foglia di alloro e un paio di grani di pepe, coprire e portare ad ebollizione. Nel cestello disporre il pezzo di filetto legato, un paio di scalogni , le zucchine e le carote a pezzi grossi, coprire e fate cuocere a vapore per circa 40 minuti. A cottura ultimata avvolgere il pezzo di carne in un foglio di stagnola e fare riposare in frigo un paio d’ore. Quando la carne si sarà raffreddata completamente, liberarla dallo spago e tagliarla a fettine molto sottili. Disporla in un piatto da portata e cospargere la superficie con la salsa allo zafferano.
TRIONFO DI GIALLO
Disponete in un piatto da portata,
fette di ananas e fette di arancia tagliate a vivo (magari alternandole),
cospargete di scorza di limone grattugiata e succo di limone.
LISTA DELLA SPESA
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patate 4
pomodorini secchi 100 gr.
zafferano 4 bustine
pane casereccio
prezzemolo
origano
riso carnaroli gr.300
cipolla 1
cardo 300 gr.
burro gr.100
farina bianca 30 gr.
latte 1/2 litro
brodo vegetale circa 3 litri
parmigiano grattugiato 60 gr.
pangrattato
filetto di manzo 1 in un solo pezzo
zucchine 2
carote 2
cipolla1
alloro
pepe in grani
scorza di limone
chiodi di garofano
panna da cucina 100 gr.
pere 2
TABELLA DI MARCIA
Il filetto a vapore può essere cucinato anche il giorno prima. Per prima cosa procedere alla pulizia e cottura dei cardi perché hanno una cottura abbastanza lunga. Intanto lessare le patate e confezionare gli spiedi, disporli nella teglia ed infornarli, al momento della cena possono anche essere riscaldati un attimo al grill. Procedere alla cottura del risotto e della besciamella, unire i cardi, disporre il tutto nella pirofila da forno, il timballo può essere infornato prima e anch’esso essere riscaldato al momento della cena. Prima di uscire per andare al cinema, fare la salsina allo zafferano, tagliare la carne a fettine sottili, disporla nel piatto da portata, ed irrorarla con poco olio. Al momento di servire la carne, riscaldare la salsina a bagnomaria o al microonde e distribuirla sulla carne. Tagliare ananas e arance, pellicolare il piatto e metterlo in frigo al momento di servire condire con scorza e succo di limone e se volete un po’ di zucchero.

Il Cubismo dalla tela alla tavola
L’artista raccoglie emozioni che vengono da ogni parte: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una forma che passa, da una tela di ragno. Proprio per questo non si deve far distinzioni tra le cose, le quali non sono stratificate per classi. (Pablo Picasso -1935)
Ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, ma ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole. (P.P.)
Pablo Picasso –L’Amicizia- 1907/08
Ogni cosa può entrare a far parte, secondo Picasso, di un universo in cui gli elementi, fondendosi ai sentimenti, ai ricordi e alle emozioni prendono forma e colore in un turbinio di energie da cui egli estraeva l’immagine che poi restituiva in una tela, in uno schizzo o in una scultura.
Il quadro Les demoiselles d’Avignon (1907) che segna la grande svolta nella sua produzione artistica e la nascita del Cubismo è preceduto da un breve ma significativo incontro con l’arte africana che influenza le sue opere, detto epoca negra e da due fasi distinte in cui viene suddivisa la sua produzione: il periodo blu, caratterizzato da quadri monocromatici e il periodo rosa che vede il ricorso a tonalità più calde e soggetti più leggeri. All’esordio del movimento cubista, seguirà una vastissima produzione di opere tra le quali quella che viene considerata un sentimento su tela “L’Amicizia”(1907/08).
Con Picasso e il Cubismo nasce una nuova dimensione dello spazio pittorico che, escludendo la distanza, il vuoto e la misura, non è più illusionistico e in esso gli oggetti si possono distendere, aprire sovrapporsi, sconvolgendo le regole dell’imitazione. I soggetti vengono mostrati simultaneamente davanti, dietro, dall’alto, di lato, di sotto, obliquamente, come se l’artista, prima di dipingerli, li avesse osservati muovendosi nello spazio che li circonda, fissandone nella memoria i vari e molteplici aspetti. In questo modo i dati visivi non vengono semplicemente riprodotti, ma organizzati in una sintesi intellettuale ,che, operando una selezione, fa emergere quelli essenziali.
Come scrisse Apollinaire nel 1913 –Nel cubismo le tre dimensioni della geometria euclidea hanno soddisfatto l’inquietudine che il sentimento dell’infinito suscita nei grandi artisti. Quello di Pablo Picasso era quindi un mondo dove egli partendo dalla profonda conoscenza della struttura delle cose operava poi una puntuale destrutturazione e rappresentazione di esse. Un’autentica filosofia di vita, che a mio parere, può essere accostata anche ad aspetti impensabili del quotidiano. Destrutturare una pietanza, dare agli ingredienti autonomia e nuove possibilità di accostamenti, creare nuovi colori, fare virare i sapori verso aree sconosciute, si avvicina al racconto di una interiorità incline alla sperimentazione e, dalla penna di Simone Téry, emanante “una bontà sfavillante, una specie di serenità beffarda e anche una dolcezza inquietante”.
Cecilia
DESTRUTTURAZIONE DI Riso, patate e cozze
Ingredienti per 4 persone
cozze kg. 2
riso gr. 300
patate gr.500
pomodori maturi 5
cipolle rosse di Tropea 2
aglio
pomodorini gr.200
prezzemolo
pecorino grattugiato
brodo vegetale
sale e pepe
olio d’oliva
mandorle tritate e tostate
Procedere tagliando le patate e fettine medie, le cipolle molto sottilmente ed i pomodori. In una teglia con carta forno iniziare a fare degli strati con: patate – pomodori – cipolle – riso – poco sale – pepe – olio e spolverare con il pecorino, coprire il tutto con il brodo vegetale. Fare tanti strati fino ad esaurimento degli ingredienti. Ed infornare in forno a 180° per 15 minuti, alzare la temperatura a 200° fare finire di cuocere e gratinare. Intanto lavare le cozze, e disporle in una capiente padella dove precedentemente si e fatto imbiondire uno spicchio di aglio schiacciato, salare, pepare, condire con olio ed aggiungere i pomodorini tagliati a pezzetti, mettere il coperchio e fare cuocere fino a che le cozze non si aprono. Per ultimo aggiungere il trito di prezzemolo e la granella di mandorle. Comporre il piatto: porzionare una ferra di di riso e patate e accostare una ciotolina contente la zuppa di cozze.
DESTRUTTURAZIONE DI Sarde a beccafico
ingredienti per 4 persone
sarde pulite ed aperte gr. 300
pane per bruschetta 10 fette
ricotta gr. 100
limone 1
pinoli tostati
uva passa
sale e pepe
olio d’oliva
aglio
Strofinare lo spicchio d’aglio sul pane e forlo tostare in forno. In una padella antiaderente grattugiare la scorza del limone, aggiungere l’olio e senza farlo riscaldare troppo, fare rosolare pochissimo le sarde, da ambo i lati. Intanto in una ciotola condire la ricotta con olio, sale, pepe, l’uva passa precedentemente ammollata in acqua e poi asciugata ed i pinoli tostati. Comporre il piatto, disponendo sulla fetta di pane bruscato una sarda ed una chenel di ricotta, finire con un giro di pepe e di olio.
DESTRUTTURAZIONE DI Caffè
ingredienti
acqua gr. 250
zucchero gr. 100
una tazza di caffè ristretto
amido per dolci gr. 25
cacao amaro un cucchiaio
foglie di limone
bucce di limone
Sciogliere in un tegamino l’amido con il caffè ristretto, aggiungere il cacao, la buccia di limone grattugiata, lo zucchero ed infine allungare con l’acqua. A fiamma bassa, mescolando, portare a bollore; versare la crema ottenuta in uno stampo con il fondo rivestito di foglie di limone e mettere in frigo per parecchie ore. Servire un cubo di crema in un piattino da caffè decorando con una foglia di limone.
LISTA DELLA SPESA
stampa la lista
premesso che in casa abbiamo: sale e pepe, olio d’oliva, brodo vegetale, zucchero, caffè
compriamo:
cozze Kg.2,
riso gr. 300
patate gr.500
pomodori maturi 5
cipolle rosse di Tropea 2
pomodorini gr.200
prezzemolo
pecorino grattugiato
mandorle tritate e tostate
sarde pulite ed aperte gr. 300
pane per bruschetta 10 fette
ricotta gr. 100
limone 1
pinoli tostati
uva passa
amido per dolci gr. 25
cacao amaro un cucchiaio
foglie di limone
TABELLA DI MARCIA
Il giorno prima si può procedere alla preparazione della crema di caffè, perché deve riposare in frigo almeno una notte. Un paio di ore prima preparare lo sformato di riso che va servito tiepido e la zuppa di cozze che si può riscaldare al momento di servirla.
Nel frattempo che raffredda lo sformato di riso si può bruscare il pane ,tostare i pinoli, ammollare l’una passa e fare la crema con la ricotta, per poi passare in padella le sarde, le quali si possono lavare e deliscare anche il giorno prima, per poi conservarle in frigo.

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